TUTTO QUELLO CHE DESIDERA IL MILIONARIO

Soddisfare il Miliardario

 

Annie scrutò tra le ombre dell’attico più straordinario che avrebbe mai potuto immaginare. Era stata la sua casa per gli ultimi 3 mesi e ,con appena un avviso dal suo curatore, Jarvis, stava per incontrare il suo benefattore per la prima volta.

Annie si prese del tempo per considerare la sua nuova posizione. Jarvis le aveva descritto il lavoro come il fare la compagna. Le aveva descritto il suo datore di lavoro come un uomo benestante, la cui posizione non gli permetteva di avere ragazze. Ad ogni modo apprezzava la compagnia di giovani donne. Quindi ricompensato con uno stipendio, un salario, ed uno stravagante posto in cui vivere, il lavoro non avrebbe richiesto sesso e sarebbe durato tanto quanto desiderassero le parti. Dopo aver chiamato alcune delle altre donne che lavoravano per il suo benefattore, non poté lasciarsi scappare quell’opportunità.

Comunque c’era una cosa che Annie voleva sapere prima di accettare l’offerta: perché lei? Annie non era certo un sex simbol. Non si era nemmeno mai considerata tanto bella ed elegante quanto le altre donne presenti al ristorante dove si conobbero. Annie si considerava “abbastanza carina”, ma non una donna meritevole di tali attenzioni.

Annie si considerava una ragazza intelligente che si era fatta strada sino al college, come una gran lavoratrice. Ma l’idea di essere sufficientemente unica da accompagnare un uomo ricco a cena, la fece sentire speciale come nulla prima d’ora. Era quella lusinga a spingerla ad accettare il lavoro. ‘Forse mi sto comportando da ingenua di nuovo,’ pensò, ‘ma quale danno ne potrà mai venire da questa storia?’

Annie era mal preparata all’effetto che avrebbe avuto su di lei l’avere a disposizione un’indennità di vestiario a 5 zeri e uno chef gourmet. Ballare e volteggiare indossando i suoi nuovi abiti nel suo attico vittoriano, alimentava le sue fantasie. Fu facile per lei innamorarsi di un uomo che le dava tali piaceri, anche se non sapeva nulla di lui. La sua vita era stata talmente dura fino al momento in cui Jarvis l’avvicinò al ristorante che la sua gratitudine si trasformò in fretta in tutt’altro. Ora, mentre aggirava il nudo cherubino di marmo a guardia della sala rivestita di bianco e nero, Annie trattenne il respiro sperando che il suo benefattore fosse all’altezza delle sue fantasie.

Cercando negli angoli oscuri della stanza indistintamente illuminata, Annie non trovò nessuno. Sapeva che era lì, l’aveva sentito entrare, ma, tentando di domare il suo cuore che batteva all’impazzata, non aveva idea di dove potesse essere.

Tutte le sue domande ottennero risposta nel momento in cui tentò di guardare dove non aveva mai guardato prima. Il suo attico aveva un balcone più grande di qualunque altro. A 25 piani d’altezza, Annie rimase senza fiato quando si accorse che la terrazza non aveva altro che un corrimano ad altezza vita ad impedirle di cadere. Guardando fuori il primo giorno riconobbe che l’idea era irrazionale, ma non poteva fare a meno di immaginarsi che una folata di vento la sollevava gettandola nelle braccia della morte. E con nulla di più di un basso corrimano a fermarla, il semplice uscire dall’attico poteva significare la morte.

Annie considerò la possibilità che l’uomo che lei poteva amare tanto facilmente, stesse sul balcone, sporgendosi dalla balaustra per godersi la vista. Voleva andare da lui, ma l’idea di avventurarsi oltre le porte finestre scorrevoli le faceva male al cuore.

Avvicinandosi lentamente alla finestra, fissò l’uomo. Vedendo solamente la sua schiena, notò le brizzolature grigie nella sua capigliatura folta e nera. Ed esaminando il modo in cui la sua camicia di seta scendeva lungo la sua schiena capì che doveva essere in forma. Sembrava così rilassato a starsene lì in pedi, sapeva un’altra cosa di lui: era sicuro di sé . A meno che non fosse l’uomo più brutto che lei avesse mai visto, sapeva che avrebbe avuto il suo cuore.

Annie, vedendo quanto in fretta poté innamorarsi di lui, rivolse le sue attenzioni verso sé stessa. Indossava uno dei suoi nuovi vestiti, ma non il più sexy. Non era nella sua natura vestirsi sexy, ma sentendosi come una bambina di 25 anni col suo gioioso abito prendisole, si chiese se avesse abbastanza tempo per cambiarsi. Ma nel mentre lui si girò e la guardò; capì che non ne aveva; si congelò.

“Tu sei Annie,” disse la ricca voce risonante in un accento lievemente europeo. Annie non sapeva da dove venisse, ma trovò quell’accento seducente. “Prego, vieni da me”.

Annie non sapeva che fare. Voleva andare da lui. I suoi tratti robusti ed i suoi occhi brillanti la condussero da lui. Ma quei 4 metri da attraversare per arrivare a lui le fecero cedere le ginocchia. Voleva tanto andare avanti quanto tornare indietro, rimase immobile. E volendo disperatamente accontentare l’uomo che le aveva dato la più meravigliosa esperienza della sua vita, i suoi occhi si colmarono di lacrime. “Ti ho osservata,” continuò l’uomo “Non sei mai uscita in terrazza. Ti spaventa?”

‘Mi hai osservata?’ Si ripeté nella mente. Ciò la tolse dall’impiccio. “Cosa intendi?” continuò Annie.

“Al massimo ti sei spinta sino al punto dove sei ora. Non oltre. Come mai?”

“Siamo molto in alto. Ho paura che soffi un forte vento che potrebbe…” non riuscì a finire.

“Dimmi, sei molto spaventata?”

‘No,’ pensò Annie. Non voleva che il suo benefattore pensasse questo di lei. Quella del balcone era una paura irrazionale e lei lo sapeva. Poteva vedere che i capelli del suo benefattore non si muovevano nella brezza. Sapeva che sarebbe stata perfettamente al sicuro, ma non si mosse. “No, non lo sono” dichiarò alla fine.

“Bene, perché non ho bisogno di una compagna spaventata.”

‘Una compagna,’ pensò ‘è ciò che sono? Posso farcela,’ si rassicurò. “Non sono spaventata.”

“Allora vieni da me. Fammi vedere quanto sei coraggiosa.”

Annie sapeva cosa doveva fare. La posta andava oltre il semplice impiego o l’amore di questo sconosciuto. Non si trattava di lei. Avrebbe permesso ad una sua paura di limitare il potenziale della sua vita? Non l’avrebbe fatto. Si concentrò il più acutamente possibile sulle sue gambe, le fece muovere. E sentì per la prima volta la ruvida pietra sotto i suoi piedi nudi, sentì un brivido d’eccitamento.

La mente di Annie iniziò a fluttuare non appena attraversato il patio. Senza mai distogliere lo sguardo dagli occhi dell’uomo, lo scoprì a ricambiare. Aveva uno sguardo compiaciuto ed il mero segno di approvazione la face rabbrividire.

Fermandosi di fronte all’alto uomo, lo guardò. Era in forma ed odorava di agrumi e mare. Odorava di buono abbastanza da essere mangiato.

“Bene,” disse con un sorriso accennato. “Ora guarda fuori.”

L’uomo si spostò, rivelando il notturno skyline illuminato della città. Non avendo mai nemmeno guardato in quella direzione, Annie lo trovò mozzafiato. Non aveva idea di quanto potesse essere bella la città. Ed i ponti che attraversavano il porto di fronte erano illuminati come da mille brillanti luci di Natale. Era sbalorditivo.

“Vai avanti” comandò, ed Annie obbedì rapidamente.

Annie face qualche passo verso la balaustra e si sporse afferrandola. Respirando il panorama e la fresca aria della notte, capì quanto fosse folle la sua paura. Era al sicuro. E se non fosse stato per lui, il suo benefattore, non avrebbe provato nemmeno quest’esperienza.

“Non è bellissimo?” Riverberò la sua ricca voce.

“Sì. Non penso di aver mai visto niente di così fantastico.”

Annie continuò a fissare il panorama quando sentì la calda mano dell’uomo toccarle la gamba. Era in piedi dietro di lei che le esplorava il corpo e lei non sapeva cosa fare. Congelandosi così come fece sull’uscio, seguì il suo tocco separarsi nelle 5 dita che massaggiavano ulteriormente tra le sue gambe.

Annie arrossì nello scoprire le sue sensazioni. Nessun uomo l’aveva mai toccata lì da quando il suo strano ragazzo di 16 anni le tolse per sbaglio la verginità. Lei non voleva fare sesso con lui, ma nella confusione di dita e palpate, perse la sua innocenza pentendosene in ogni momento della sua vita.

Il tocco di quest’uomo, comunque, non era come quello di un sedicenne. Questo sembrava sapere ciò che stava facendo. Era come se stesse pizzicando una corda che conduceva sino alle sue regioni più profonde. Ed ogni volta che la pizzicava lei cadeva sempre più sotto il suo incantesimo.

E mentre le sue grandi mani toccavano il delicato cotone delle mutandine, Annie riusciva a respirare a malapena. Mentre lottava per respirare, le parole uscirono dalla sua bocca “Mi era stato detto che il sesso non era necessario”.

“Il sesso non è necessario” rispose. “Ma se lo vuoi puoi farlo.”

Pur permettendole di andarsene con queste parole, le sue mani raccontavano un’altra storia. Le sue dita, con la loro gentile esplorazione, le chiedevano di restare. Prima che se ne accorgesse, il suo bacino oscillò come un edificio nel vento. E le sue dita trovarono la sua sporgenza congestionata, Annie si arrese.

Annie deglutì appena la sua testa oscillò da una parte all’altra. Sentì di nuovo la sua testa fluttuare e si perse nelle ondulazioni dei suoi sfregamenti. Le sue mutandine si stavano bagnando e lei lo sapeva. Non aveva idea di cosa sarebbe potuto accadere se si fosse lasciata andare ma, incapace di muoversi, sapeva di non avere altra scelta che scoprirlo.

I denti di Annie tremarono non appena una forte sensazione raggiunse i suoi fianchi. Si era imposta la regola di non toccarsi mai ed ora, posseduta dalla lussuria, si sentiva impreparata. Voleva urlare ma non poteva. Voleva cadere a terra ma non poteva. Tutto ciò che poteva fare era fremere e vibrare nel sentire il piacere che lui le donava prendere il sopravvento sui suoi pensieri. E come in un sogno ad occhi aperti, venne sopraffatta da un’ondata di emozioni che dipingevano immagini sotto le sue palpebre con cangianti ombre rosse e rosa. Non si era mai sentita così viva e, come i suoi reni pulsarono, ogni muscolo del suo corpo si contrasse e si distese per il piacere.

Mostrando pietà, i movimenti di lui si fermarono. La mente di Annie si rilassò. Appena la sua esplosione tornò sotto controllo, le sue rosse labbra ed il suo tenero bocciolo erano troppo sensibili per essere toccati. Ed ora, esausta, la profonda fessura tra le sue dita cullava piacevolmente il suo baccello. Non voleva che lui si spostasse. Non voleva allontanarsi da lui. Lei ormai era sua, poteva farne ciò che voleva. Lo pensò, però, solamente perché non sapeva cosa lui avesse in mente.

Senza un minimo di rispetto per quel momento, lui lasciò andare le sue umidità e si diresse verso il salone.

“Ben fatto. Tornerò.”

Annie, insicura sul da farsi, non si mosse. Non era nemmeno sicura di essere in grado di farlo. Ma, ubriaca della mistura di eccitazione e piacere orgasmico, ondeggiò nella brezza. Non sentendolo tornare, immediatamente, aprì gli occhi ed osservò nuovamente il paesaggio cittadino. Era bellissimo e le luci ora sembravano brillare ancora di più.

In fondo alla sua mente sapeva che le sue poche esperienze non l’avevano preparata a resistere ad un uomo tanto attraente e, inondata dai piaceri della notte, non le importava. Tutto ciò che le importava in quel momento era provare quel piacere di nuovo. Pensò che non poteva, era troppo da sopportare.

 

Quattro mesi prima, Annie non poteva immaginare nulla del genere. Non era mai stata la ragazza più richiesta ed accalappiare il suo solitario ragazzo a 16 anni sembrò più un colpo di fortuna. Dopo il loro accidentale incontro sessuale, Annie ruppe con lui e si gettò nei sui impegni scolastici.

Quando si diplomò, era consapevole che la sua madre single non era in grado di pagarle il college; si trovò un lavoro e si fece strada. Si laureò in 4 anni, lavorando 40 ore la settimana ed aumentò il suo orario fino a 60 ore settimanali per pagare l’istruzione del suo fratello minore dato che lui frequentava una scuola ancora più costosa della sua.

Tutto ciò non lasciò ad Annie molto tempo per la vita sociale. Si svegliava, andava al lavoro e tornava a casa a dormire. A quel tempo non le pesava. Fu quando il suo fratello minore si laureò che Annie iniziò a guardarsi attorno ed a capire a cosa avesse rinunciato. All’età di 25 anni non aveva ne amici ne capacità di socializzare. E, senza una ragione per continuare la sua infernale vita lavorativa, si accorse di non avere nemmeno uno scopo nella vita.

E fu per celebrare la sua nuova libertà finanziaria dolce-amara che si concesse il primo lusso della sua vita. Libera dal fardello dell’istruzione, si vestì e trovò il più costoso ristorante della città. Fu quando era seduta lì da sola che Jarvis l’avvicinò.

Jarvis era un maturo e distinto gentiluomo. Annie trovò i suoi modi molto calmi e rasserenanti. Sembrava un qualche genere di professionista ed i suoi capelli grigi rendevano la sua presenza rassicurante.

“Cena da sola?” chiese Jarvis con tono elegante.

“Oh” guaì sorpresa dal fatto che una persona come lui le rivolgesse la parola. “Sì, sono sola oggi” disse arrossendo ed aspettandosi che si unisse a lei, come se fosse in un bar e non in un raffinato ristorante.

“Spero di non importunarla con questa domanda. Lei è una modella?”

“Una modella? Dio no,” rispose lusingata Annie.

Jarvis apparve sorpreso dalla sua risposta. “Sicuramente glielo avranno già chiesto prima”

“Grazie ma, no. Temo che sia la prima volta.”

Jarvis continuò a guardarla incuriosito. “Posso sedere?”

Annie, considerando questa serata come una delle più grandi avventure della sua vita, decise che la sua presenza avrebbe reso la serata più eccitante. “Certamente” disse arrossendo.

“Lei è una giovane donna molto affascinante.”

“Anche lei lo è,” si ritrovò a pensare alla possibilità di frequentare uomini più anziani.

“Molto gentile, ma io rappresento un uomo molto ricco.”

“Sì,” riconobbe, confusa da dove la conversazione si stava dirigendo.

“Viaggia spesso ed occupato com’è apprezza la compagnia di una bella donna come lei. Prima che pensi male, voglio precisare che non sto parlando di sesso. Il mio datore di lavoro è semplicemente un uomo generoso, che non vuole cenare da solo quando è in città.”

Annie osservò Jarvis con trepidazione. “Mi dispiace, non so chi lei pensi che io sia, ma non sono quel genere di ragazza.”

“Per favore, non si offenda. Penso che lei sia una donna che, nonostante la sua bellezza, decide di mangiare da sola. Il mio datore è un interessante gentiluomo di successo che sceglie di non mangiare da solo. Sembra che voi due abbiate qualcosa in comune.

E vorrei precisare che non sarebbe l’unica donna con la quale ha un accordo qui in città.”

“Cosa intende?”

“Il mio datore ha tre altre donne in città alle sue dipendenze. Se lo desidera, posso darle i loro numeri di telefono, in modo che possa chiamarle e parlare delle loro esperienze. Ovviamente sarà ricompensata per il suo tempo..”

Annie non era persuasa dal denaro, ma l’idea che qualcuno la pagasse per cenare con lei, dopo aver lottato tanto per sopravvivere, la intrigava. La fece sentire speciale come Jacqueline Kennedy o la Principessa Diana.

“Come verrei ricompensata?”

“Riceverebbe un attico dove vivere, un generoso salario mensile, ed uno stipendio settimanale per espandere il suo guardaroba per le cene con il principale.”

“E tutto ciò senza dover fare sesso con lui? Mia madre dice che quando qualcosa sembra troppo bello per essere vero, solitamente non lo è.”

“E queste sono parole saggie, quindi, se non le dispiace, le lascerei il mio biglietto da visita ed i numeri delle altre donne. Le suggerisco di chiamarle e di considerare l’offerta. Sembra una giovane donna che punta molto in alto. Sono sicuro che farà la scelta giusta per lei. Spero, per il suo stesso bene, che accetterà l’offerta. Ciò che il mio datore le offre è un’opportunità che capita una volta nella vita. Penso che gli piaceresti molto e spero vivamente che considererà la posizione.”

Jarvis estrasse un biglietto da visita dalla tasca e glielo porse. Annie lo guardò mentre si alzava.

“E come ringraziamento per il tempo concessomi li pagherò la cena, ovviamente.”

Annie arrossì. “No, non deve.”

“Per favore, insisto. Buona serata.”

E con questo Jarvis se ne andò.

Annie restò a fissare il biglietto. Non sapeva cosa pensare di ciò che era accaduto. Ma quando il suo cameriere le comunicò che non solo la sua cena era stata pagata, ma che un autista era a sua disposizione per riaccompagnarla a casa, ridacchiò pensando a quello che sarebbe potuto venire in seguito.

Non avendo un’auto, Annie accettò il giro in limousine per tornare a casa. La mattina seguente chiamò ognuno dei numeri sul retro del biglietto da visita di Jarvis. Tutte le ragazze sembravano bionde e belle; in altre parole non molto intelligenti.A dispetto di tutte le sue ore di lavoro, era riuscita a laurearsi alla business school come la migliore della sua classe. È stato solo perché aveva bisogno di trovare un lavoro in fretta per pagare le tasse di suo fratello che era finita a fare la commessa in un negozio di animali.

‘Avrebbe voluto lo stesso me  quest’uomo ricco per il suo appuntamento per la cena a pagamento se avesse saputo che non ero una bella testa vuota?’ Si chiese. ‘Probabilmente no,’ decise.

Una cosa che Annie trovò insolita dopo aver interrogato tutte le ragazze fu che nessuna di loro lo aveva mai incontrato. Una era stata sua dipendente per sei mesi ricevendo una busta paga e uno stipendio, vivendo in un attico ma senza mai uscire con lui una volta. Così se doveva lavorare per questo uomo eccentrico, Annie pensava, quanto a lungo poteva incassare un assegno  prima che lui scoprisse la sua intelligenza? E che gruzzoletto sarebbe stata capace di mettere da parte per permetterle il tempo di trovare un vero lavoro una volta che fosse finito quello di Jarvis.

“Devo accettare,” realizzò finalmente. “Non posso farmelo sfuggire.”

Annie trovò Jarvis insieme sorpreso ed eccitato quando rispose alla sua chiamata. Non poteva essere certa del perché. E quando le furono date le chiavi del suo attico e poté dare un’occhiata in giro, non riusciva a credere a quello che vedeva. Non era paragonabile a nessun posto dove fosse già stata. Non immaginava neppure che un tale lusso esistesse nella vita reale. La prima notte si sentiva come un impostore girando tra quegli oggetti costosi. Ma dopo tre mesi di pasti preparati e tempo per rilassarsi, si sentiva semplicemente come la principessa più fortunata del mondo.

 

Il primo incontro di Annie con il suo benefattore non era andato affatto come si aspettava. Lui aveva l’aspetto di un bel principe, ma c’era molto di più in lui di questo. Era assertivo ed esigente. Annie non pensava fosse pericoloso, ma era molto più sfacciatamente mascolino ti quanto avesse potuto immaginare. Aveva una forza in lui che le faceva venire voglia di seguirlo. Ed anche nel loro breve incontro, la sua volontà si era arresa a quella di lui.

 

Annie riuscì a malapena a dormire la notte dopo il primo incontro con il suo principe. Pensò continuamente a come l’aveva toccata ed a come l’aveva fatta sentire donna più di quanto si fosse mai sentita. Pensò a se sarebbe davvero tornato ed a come facesse a sapere che non era mai uscita sul balcone.

‘Glielo ha detto Jarvis?’ Si chiese. ‘ Se così fosse, come faceva a saperlo? Vengo osservata?’

Anche se lei non le aveva più contattate dalla loro prima chiamata, Annie pensò alle sue colleghe. ‘ Lui avrà fatto visita anche a loro allo stesso modo?’ Si chiese. ‘Quelle donne glielo avrebbero detto se così fosse stato? L’avrebbero condiviso se avesse fatto lo stesso anche a loro?’

Non appena sorse il sole, Annie decise che doveva scoprirlo. Così, intontita da una notte insonne, si trattenne fino alle 9 del mattino e fece la prima chiamata. Per il suo recente stile di vita sapeva che le 9 del mattino era molto presto. Ma era giustificata considerando che le sue erano chiamate d’allarme dato che era stata la prima che il loro benefattore aveva incontrato, afferrò il biglietto da visita e digitò il primo numero.

 

La prima chiamata di Annie fu a Candy, il leader de facto del loro gruppo. Lei era stata impiegata più a lungo e dalle sue precedenti chiamate sapeva che tutte le altre ragazze sembravano cedere alla sua esperienza.

“Ha fatto visita anche a te?” chiese Candy prima che Annie potesse proferire una parola.

“Si, lo ha fatto,” rispose Annie esitante.

“Mi dispiace tanto,” aggiunse Candy.

Annie era confusa. Il suo approccio sessuale era una cosa negativa? Se avesse fatto di peggio alle altre ragazze? Quello che Annie aveva sperimentato era la prima di una serie di cose orribili? “Perché, cosa ha fatto alle altre ragazze? Chiese Annie.

“Le ha licenziate. Non è quello che ha fatto a te?”

“No.”

“Cosa ha fatto?”

“Mi ha toccata.”

“Come?”

“Sai, tra le gambe?”

“Hai fatto sesso con lui?”

“No!” protestò Annie.

“Huh. Beh, sembra che tutte le ragazze vengano licenziate. Ma non ha mai toccato sessualmente nessuna delle altre. Forse non ti licenzierà.”

Annie non sapeva cosa pensare. Il suo lavoro era a rischio? Lui le aveva promesso di tornare così da poter licenziare anche lei? Lei voleva ancora questo lavoro? ‘Si’, decise. Lo voleva.

“Cosa devo fare per tenermi il mio lavoro?” Chiese Annie a Candy cercando un modo per tornare nelle grazie del suo benefattore.

“Beh, dagli tutto ciò che vuole.”

‘Dargli qualsiasi cosa voglia?’ si ripeté Annie nella sua mente. ‘Non posso farlo. I soldi non valgono tanto. Ho vissuto senza il suo denaro prima di incontrarlo e questo lavoro non avrebbe potuto durare per sempre. Inoltre mi era stato promesso che il sesso non era necessario. Io non sono quel tipo di ragazza.’

Annie concluse la conversazione molto rapidamente. Candy era una ragazza carina, pensò Annie. ‘Ha un buon cuore, ma chiaramente ha molte meno opzioni di quante ne abbia io. È  per questo che ho sacrificato così tanto per la mia laurea, così non avrei dovuto fare un lavoro come questo. Non ho bisogno di lui se è questo che intende. Forse se non fosse richiesto il sesso, ma non altrimenti.’

Girando per l’attico, Annie era lenta nel vestirsi per la giornata. Non era sicura di quello che avrebbe dovuto indossare. Da quello che aveva detto Candy, si aspettava che il suo datore di lavoro tornasse. Ma non riusciva a decidere se dovesse vestirsi come una donna che sta per essere licenziata o come una che sta combattendo per il suo lavoro. E lei sapeva che combattere per questo significava che avrebbe avuto bisogno di indossare qualcosa di sexy.

‘Perché sto considerando anche questo?’ Si chiese. ‘Forse se indossassi qualcosa di sexy, non vorrei farlo per lui. Forse lo vorrei fare per me stessa. Forse voglio mostrargli cosa si perderebbe. Inoltre, ho comprato molti abiti negl’ultimi tre mesi, e li ho comprati da indossare per lui. Quando avrò di nuovo l’occasione di indossarli?’

Annie era convinta. Avrebbe indossato il suo completo più sexy. Avrebbe messo quello di seta rossa che drappeggia su di lei svelando ogni protuberanza e ogni curva. E pensando al futuro, decise che non appena avesse sentito che stava per essere licenziata, avrebbe lasciato il lavoro. Poi, come una star del cinema, sarebbe semplicemente scivolata via. Quello dovrebbe essere il modo di fare un’ uscita.

Annie impacchettò tutte le sue cose per essere pronta a qualsiasi cosa fosse accaduta quella notte, anche se tutto quello di cui aveva bisogno da questa esperienza era già nel suo conto in banca. E se, remota possibilità, lui non l’avesse licenziata, lei avrebbe potuto mostrare il suo apprezzamento. In che modo lo avrebbe fatto non poteva esserne sicura.

Annie sedette in trepida attesa per il ritorno inevitabile del suo datore di lavoro. Trovò difficile rimanere indignata per tutto il tempo. Per le prime ore sedette come una regina in attesa del suo processo. Per alcune ore seguenti aspettò come un politico in procinto di avvicinarsi al suo elettorato. Ma alla fine si ritrovò ad attendere come una ragazza che aspetta un uomo che teme potrebbe scaricarla. L’indignazione semplicemente non era nel suo repertorio. Lei era una ragazza di cuore e, come ogni ragazza, voleva solo essere amata.

Quando finalmente sentì bussare alla porta, sapeva che non era il suo benefattore. Aspettando il tempo che le ci voleva per arrivare alla porta, lei era certa che il suo visitatore poteva essere solo una persona, Jarvis. Il suo ex principe stava per negargli anche questo, la sua ultima presenza? Si chiese.

“Signorina Annie, il mio principale sarà qui tra venti minuti e io dovrei preparare. Posso entrare?”

“Certo,” disse lei con il cuore pesante. “Entri,”

Jarvis si voltò e fece un segno. Entrando era seguito da una manciata di camerieri e uno chef. Il gruppo si diresse immediatamente verso la cucina e si mise al lavoro.

Jarvis girò in cerca di qualsiasi cosa potesse essere fuori posto. Sebbene niente lo fosse mai con Annie. Cosa che gli era stata accennata dai governanti. E quando l’attico passò l’ispezione, dopo venne il turno di Annie.

Jarvis accompagnò Annie nella sua camera e la esaminò dalla testa ai piedi. Annie si sentì imbarazzata durante la svestizione virtuale. Agitandosi mentre restava in piedi, scoprì di non riuscire a smettere di parlare.

“Le sembro a posto?” Chiese combattendo ogni desiderio di incrociare le braccia sulla scollatura della sua coppa C.

“Signorina Annie, è divina.”

Annie sorrise. Sapeva che questo sarebbe stato il più bel licenziamento che avesse mai avuto. Candy non le aveva dato nessuna indicazione su questo.

Sentendosi grata per tutta l’assistenza che le aveva dato, si rilassò permettendo ad una domanda persistente di emergere.

“Jarvis?”

“Si, signorina Annie?”

“Perché ha scelto me?”

“Cosa intende?” Chiese tornando dalla sua ispezione del bagno.

“Quando mi ha visto al ristorante, perché mi ha scelto?”

Jarvis si fermò di fronte a lei cercando il suo viso per un chiarimento prima di continuare. “Non l’ho scelta io.”

Era il turno di Annie ora di chiedere “Cosa intende?”

“È stato il mio principale a farlo.”

Annie era confusa. “Lui era lì?”

“ Quella sera lui era a conoscenza di chi c’era al ristorante.”

“Oh,” Annie fece una pausa prima di continuare. “Allora, lei sa perché mi ha scelta?”

Jarvis sorrise. “Forse questo dovrebbe chiederlo a lui.”

“Jarvis, sta venendo qui per licenziarmi?” Chiese Annie, non essendo più in grado di trattenersi. Jarvis sembrò perplesso. “Io sono qui solo per preparare. Non pretendo di prevedere le sue azioni.”

Annie sentì uno strano senso di gioia per questo. ‘Forse il mio fato non è scolpito nella pietra,’ pensò. ‘Forse posso convincerlo a tenermi. Ma senza sesso. Se continuo a lavorare per lui, non può esserci sesso.’

Annie era ancora in camera da letto quando sentì di nuovo la grande porta di quercia aprirsi e chiudersi. Lui era lì. Qualunque sarebbe stata la fine di quella notte, il cammino verso di essa era iniziato. Incapace di attendere, anche se questo avrebbe affrettato il suo licenziamento, raccolse la sua dignità e uscì dalla stanza.

La vista di lui la colpì allo stomaco come un sacco di mattoni. Riusciva a malapena a stare in piedi. Era anche meglio di come se lo ricordasse dalla notte prima e la sensazione della sua mano sulla sua mercanzia di donna si precipitò nuovamente nei suoi pensieri. Sentendo il suo viso arrossire si sentì immediatamente indifesa contro i desideri del suo principe.

Annie rimase in silenzio guardando negl’occhi di un uomo stupendo. Il suo viso trasandato era punteggiato con barlumi bianchi e le sue labbra carnose erano piegate in un sorriso. Non era un largo sorriso sembrava invece alludere a qualcosa che solo lui conosceva, e in una mano aveva un regalo. Avvolto con una ricca, lucida e argentea carta, il fiocco che gli era legato intorno brillava.