SPERICOLATO VANDAL

Capitolo 1

Hart

 

Chi non ama i bambini? Nessuno, vero? Non si possono non amare, no? E questo vale sia che tu ne abbia uno o due, o come nel mio caso 25. I loro bei volti sorridenti, la loro curiosità per il mondo, la sensazione che ti danno quando ti fissano con quei grandi occhi innocenti, non c’è niente di meglio.

Direi che l’unica cosa brutta dei bambini sono i genitori. Dovrei spiegarmi meglio, certo che ci sono genitori adorabili che a volte danno da mangiare ai propri figli schifezze per colazione e poi li accompagnano a scuola. Capisco, rende felici i bambini ed è una battaglia in meno che devono combattere con loro.

E non è per questo che vengono pagati gli insegnanti, per gestire 25 angeli cosparsi di zucchero a velo? Alle 9 del mattino l’aula è quella scena di un musical in cui tutti sono felici e sono appesi al lampadario mentre cantano in coro.

Alle 11 del mattino è la scena di un film di guerra in cui la battaglia è stata già combattuta, ci sono corpi sparsi sul campo di guerra e una persona sta lentamente scavando nella carneficina alla ricerca del braccio mancante. Certo, è il braccio di una bambola, ma era giusto per fare capire la scena.

L’insegnante delle scuole elementari può essere una professione stimolate e molto soddisfacente. Non c’è nient’altro che vorrei fare nella mia vita. E alcuni genitori daranno sempre da mangiare ai loro figli schifezze per colazione. È semplicemente la cosa più facile. Ed è per questo che ho preso una posizione estremamente controversa.

Ora mi spiegherò e quando leggerai penserai che sono fuori di testa. Sopportami. Il tuo istinto sarà quello di fare un cappio con le corde delle tue tende e venire a trovarmi per impiccarmi, ma ascoltami prima.

Propongo che agli insegnanti della scuola elementare sia permesso di far fare ai loro bambini… l’ora del sonnellino. Lo so, è un tantino estremo. Ma, te lo giuro, non sono il diavolo incarnato come molti dei miei colleghi hanno affermato. Facevo il pisolino quando ero alle elementari e potresti averlo fatto anche tu che stai leggendo. E non ci siamo trasformati in vagabondi senzatetto, giusto?

Gli studi hanno dimostrato che i bambini conservano il 18% di informazioni in più se fanno un pisolino durante le lezioni. E ogni giorno in cui ai bambini non è permesso fare un sonnellino, tendono ad immagazzinare sempre meno ciò che viene loro insegnato.

Quando la metto così, è la soluzione ovvia, giusto? Potresti pensare di sì, ma a quanto pare, l’ora del pisolino impedisce l’unica cosa che alcuni genitori richiedono al di sopra di qualsiasi altra cosa, più tempo dedicato all’insegnamento. ‘Mentre i nostri figli dormono, i bambini giapponesi imparano l’astrofisica multidimensionale’, affermano. E poiché ogni consiglio scolastico ha più paura di un genitore arrabbiato che di un cane rabbioso armato di granate, si arrende.

Comunque sono in prima linea. Ci sono così tante volte in cui puoi vedere ‘Salvate il soldato Ryan’ reinterpretato da bambini di 6 anni prima di alzarti e dire qualcosa. E nelle strade meschine della scuola elementare, questo mi ha reso un ribelle.

Gandhi aveva l’obiettivo dell’indipendenza di un miliardo di indiani. Io mi batto per l’ora del sonnellino. Ti sfido a dirmi quale lotta è più importante. Esatto. Al mondo dico, non c’è di che.

Haha! Sto scherzando, ovviamente. Diciamo. Il sonnellino è davvero un argomento incredibilmente controverso e un gran numero di scuole ha interrotto la pratica. Mi sono ritrovato sulla lista dei cattivi di molti dei miei presidi a causa di questo argomento. Ci sono persone che mi odiano per questo. Sono pazzi. È davvero un periodo pazzesco quello in cui viviamo.

Il modo in cui l’ho affrontato è ignorando la politica scolastica e facendo fare ai miei bambini il pisolino. Che cosa mi potrebbero mai dire a proposito? I punteggi dei test dei miei bambini sono alle stelle. La mia classe ha il 25% di probabilità di fare cose molto più complesse rispetto agli altri bambini della stessa età. Gli altri insegnanti sono solo invidiosi e sputano veleno.

Tuttavia, non voglio dare l’impressione che l’ora del sonnellino sia un toccasana universale. Ho ancora i miei problemi con gli allievi. Per la maggior parte sono tutti molto dolci. Ma a un certo punto durante il loro anno di scuola elementare, i bambini scoprono il litigio, ed è come un’epidemia che si diffonde velocemente in tutta la classe.

Tutto diventa un bersaglio per loro. Sono come dei piccoli comici, di quelli che insultano, ma senza limiti, una coscienza e tempi comici. E la situazione può solo peggiorare.

Ci sono molte cose per le quali posso far finta di nulla. Chi sono io per rubare il sogno del futuro Kevin Hart? E, fintanto che i colpi sono sopra la cintura, ciò darà al bambino offeso uno spazio sicuro nel quale risolvere il problema.

Questa è una situazione che probabilmente sperimenteranno spesso per tutta la vita. Se possono sviluppare la riservatezza che viene dal difendersi contro le accuse e del fango che viene loro lanciato, immagina come si comporteranno quando avranno un dittatore come presidente degli Stati Uniti. Al mondo dico,di nuovo, non c’è di che.

Alcuni argomenti sono considerati come colpi sotto la cintura, tuttavia, ed è allora che intervengo. Se guardi i bambini mentre interagiscono, puoi capire quando avviene ciò. Quando l’altro bambino mostra segni come, per esempio, vacilla come un ubriaco, è allora che devi separarli. Devi rispedire i due combattenti ai loro angoli e lanciare alcuni avvertimenti sul comportamento antisportivo.

In effetti, mentre pattuglio il parco giochi durante la pausa pranzo, posso notare che sta succedendo proprio ora. Riconosco i tre bambini coinvolti ma nessuno di loro è nella mia classe. Il capo dei bulli è il tipico predone del parco giochi che viene a scuola immacolato e torna a casa coperto da tre centimetri di terra. Prevedo che diventerà come Adderall da grande.

“Che succede qui?” dissi intervenendo e separando il gruppo.

“Niente”, dissee l’amico del piccolo Adderall.

Non è mai un buon segno quando un bambino scopre il potere di negare l’evidenza all’età di 6 anni.

“So che non è vero. Ora, puoi dirmi cosa sta succedendo davvero?”

Il bambino che era stato preso in giro parlò. Quello era insolito. È intorno all’età di quattro anni che i bambini imparano le cose fondamentali della vita, una delle quali è che le spie vengono punite.

“Mi stavano prendendo in giro perché ho due padri”, dice il bambino di 7 anni in maniera incredibilmente forbita per quell’età.

Non riesco a descrivere quanti campanelli d’allarme mi sono suonati in testa sentendo quella frase. Quel ragazzo aveva i mezzi per riassumere lo scenario e la sicurezza di comunicarlo a una figura autoritaria. E ha davvero usato ‘padre’ invece di ‘papà’? Da una prospettiva di sviluppo infantile sta mostrando un livello di identificazione oggettiva che va ben oltre i suoi anni. In altre parole, quel bambino verrà preso in giro, tanto.

“Ma è vero?” Voi due lo state prendendo in giro perché ha due papà?” Chiesi sperando che i due bulli pronunciassero la parola ‘papà’ invece di ‘padre’.

Il piccolo Adderall e il suo futuro amico manager di medio livello non pronunciarono una parola. Ero sicuro che non avevano preso in considerazione questo scenario. L’uso del rifiuto totale da parte del piccolo Adderall mi suggeriva che la sua strategia aveva sempre funzionato prima. Il che fa emergere un altro motivo per cui amo insegnare ai bambini. È perché fai parte delle loro lezioni di vita che determineranno la traiettoria del percorso delle loro future vite.

Mi inginocchiai davanti ai due futuri dipendenti di Wall Street e li guardai negli occhi.

“Per quale motivo voi due lo state prendendo in giro perché ha due papà?”

“Non l’abbiamo fatto”, disse il  piccolo Adderall.

“So che non è vero. E dovresti sapere che se qualcuno sa che non stai dicendo la verità e se continui a non dire la verità, finirai nei guai cosa che non succede se fossi onesto”, dissi preparandoli per quando avrebbero dovuto testimoniare contro i loro capi di Wall Street.

“Quindi, chiedo di nuovo, a voi due, perché lo avete preso in giro per il fatto di avere due papà?”

Il manager di medio livello alzò le spalle. Una confessione. Adesso sembrava che stavamo prendendo la strada giusta.

“È perché non hai mai incontrato qualcuno con due papà prima e pensi che sia strano?”

Il bambino alzò di nuovo le spalle.

“Okay, posso capirlo. Ma vedrai molte cose che non hai visto prima nell’arco della tua vita. È come reagisci ad esse la cosa che sarà importante. Ricordatelo. Se prendi in giro tutti quelli che incontri che sono diversi da te, finirai per avere una vita infelice.

E soprattutto, quando dici cose cattive agli altri, sappi che quelle cose cattive torneranno a perseguitarti. Ad esempio, che succederebbe se, come i suoi due papà, tu da grande avessi un marito? Non ti sentiresti come se lo avessi preso in giro? Non avresti solo ferito i suoi sentimenti, avresti ferito anche i miei. E pensi sia una buona idea danneggiare le sensibilità di qualcuno che potrebbe assegnarvi un sacco di compiti da fare a casa se solo lo volesse? Che ne dite?”

“No”, disse il manager di medio livello.

“E tu, invece?”

Il piccolo Adderall annuì.

“Bene. Avete ragione. Non è una buona idea. Ecco perché invece di prendere in giro persone diverse, sarebbe meglio imparare a conoscerle un po’ di più. Ad esempio, come ti chiami?” Chiesi al bambino con due padri.

“Blaze,” disse con la sicurezza che un bambino con dei genitori fuori di testa non dovrebbe avere.

“E quali sono i vostri due nomi?”

“Drummond, ma mi chiamano tutti Drum,” disse il piccolo Adderall.

“Tom,” disse l’altro.

“Drum, Tom, questo è Blaze. Ora che vi conoscete tutti e tre, che ne dite di stringervi la mano?”

Lo fecero. Fu una scena abbastanza carina.

“Vedi, Blaze non è poi così diverso, giusto?”

Drum e Tom scossero la testa, per dire no.

“Ed è sempre così quando incontri qualcuno un po’ diverso da te per la prima volta. Okay, perchè ora non scoprite quante altre cose avete in comune? Su, ora, andate a giocare,” dissi loro invitandoli ad andare.

Drum e Tom fecero quello che gli era stato detto. I tre sono rimasti insieme per tutta la ricreazione. Di nuovo, al mondo dico, non c’è di che. Ma sai cosa aiuterebbe davvero quei bambini a ricordare la lezione che hanno imparato oggi? Proprio così, un pisolino dopo pranzo.

Il resto del mio giorno non è stato emozionante come la ricreazione. Dopo la siesta

post-pranzo della mia classe, abbiamo fatto lezione di fonetica. Oggi abbiamo imparato la differenza tra ‘ph’ e ‘f’. Sono impazziti.

Per quanto fosse stata emozionante la mia giornata ero così contento che la campanella avesse suonato e ciò significava che la giornata era finita. Di solito, non avevo molte cose da fare dopo. Ma non era il caso di quella sera. In serata avevo un appuntamento.

Ok, forse non era proprio un appuntamento. Avevo un incontro con la preside Ivy. Ma l’incontro sarebbe stato al P. F. Chang. Esatto. Se non era un vero e proprio appuntamento questo, non saprei come chiamarlo. Dai. Sarebbe stato al P. F. Chang. Ed era tecnicamente contro le regole per un preside, uscire con un insegnate, ma gliel’ho chiesto, e lei ha detto sì. Chiaramente, le piacciono i ragazzacci che non rispettano le regole.

Avevamo una ragione valida per quell’appuntamento, comunque. Ogni anno la scuola ha organizzato un viaggio per la classe dell’ultimo anno. Solitamente, gli insegnanti del sesto anno si rendevano disponibili, ma è successa una cosa l’anno scorso dove un bambino si è temporaneamente perso a Disney World, ed è successo un casino. Dopo che i genitori hanno citato la scuola in giudizio e gli insegnanti sono stati giudicati colpevoli, la direzione ha deciso che per loro sarebbe stato meglio limitare eventuali situazioni a rischio.

Si pensava che la classe del sesto anno non avrebbe fatto nessun viaggio quest’anno. Ma, ancora una volta, i genitori sono intervenuti e hanno costretto il consiglio a farglielo fare. Non sottovalutare mai il desiderio di un genitore di scaricare i propri figli su qualcun altro per l’estate. E quando tutti i genitori hanno firmato un accordo dove avrebbero rinunciato a citare per danni la scuola in caso di situazioni come quella dell’anno prima, la direzione ha acconsentito. Quest’anno potremmo perderli tutti e la scuola non sarebbe stata citata.

Chi poteva rinunciare di organizzare una roulette russa con una classe di quindici bambini dodicenni? Certamente non io. Ecco perché mi sono offerto volontariamente per accompagnarli in viaggio. E dato che ero stato l’unico a farlo, la preside Ivy ha cominciato a mostrare interesse per me. 

Ho fatto tutto questo solamente per far cadere la preside nella mia tela abilmente ricamata? Ovviamente no. Gli insegnanti che accompagnano le classi in viaggio, hanno un grosso sconto. Ero un maestro delle elementari che vive a New York, una delle città più care degli Stati Uniti. Un viaggio fortemente scontato era l’unico tipo di viaggio che potevo permettermi.

Ha reso la scelta più facile sapere che la preside Ivy sarebbe venuta con me? Ovviamente. Era una donna bella con una passione per l’insegnamento e la formazione e aveva fatto un sacco di master. Ma veramente tanti.

Quante volte al giorno avrà detto alle persone che l’andavano a trovare in ufficio, “Hey, basta guardare i miei diplomi. I miei occhi sono qui!” Deve essere davvero dura per lei.

 Ma non avrebbe dovuto preoccuparsi di questo stasera al P. F. Chang’s. Stasera l’unica cosa che avrei guardato sarebbe stato il suo corpo. Non mi aspettavo di portarmela a casa o chissà che. Ma se fosse finita che ci fossimo baciati per poi discutere sulla teoria di Skinner che riguarda l’educazione infantile, le avrei lasciato vincere la discussione molto volentieri. Dopo tutto, un uomo ha i suoi bisogni.

Dopo aver finito il lavoro come controllore dell’area giochi nel doposcuola, sono andato a casa per farmi una doccia e rinfrescarmi un po’. Non vedevo l’ora di uscire quella sera. Purtroppo, era passato del tempo dal mio ultimo appuntamento. Non è che avessi molte possibilità di uscire la sera. Inoltre ho dei gusti complicati per quanto riguarda le donne.

Ho un tipo ideale di donna. Amavo le donne forti e formose e che davano l’idea di essere cazzute. E considerando che Ivy era il mio capo, be’ non credo ci potesse essere una più cazzuta di lei per me.

  Non ero in ritardo, ma quando arrivai, trovai la preside Ivy già lì. Stava bevendo qualcosa al bar. Dio mio quanto era bella. Era come fosse stata la bibliotecaria sexy che faceva di tutto per nascondere il fatto che fosse una ragazzaccia.

“Preside Ivy,” disse attirando la sua attenzione

“Hart, sei arrivato…”

“Certo. Non mi sarei perso questo incontro per nulla a mondo,” dissi in maniera sincera.

“Nemmeno io. Non capita spesso di andare al P. F. Chang”

“Viviamo entrambi qui vicino. Perché non lo abbiamo fatto prima?”

“Non lo so” disse con un sorriso.

Amavo il suo sorriso. La rendeva ancora più sexy.

“Ho prenotato un tavolo. Avvertiamoli che siamo arrivati,” le dissi dimostrandole che ero uno che poteva farsene carico.

L’ho accompagnata dall’hostess all’ingresso, che ci ha rapidamente fatto accomodare ad un tavolo tranquillo in un angolo della sala. Era il posto perfetto per parlare.

“Quindi, dimmi, se potessi visitare il mondo, dove andresti?” le chiesi.

“Oh wow! Cominciamo subito così?”

“Dobbiamo in qualche modo cominciare a parlare del viaggio che dobbiamo fare con gli studenti. Perchè non cominciamo a farlo elencando i nostri desideri?”

“Il mio posto preferito considerando che avremo quindici ragazzini con noi?”

“No. Solo il tuo posto preferito. Dove hai sempre desiderato andare.”

“Okay. In che veste me lo stai chiedendo?”

“Che vuoi dire?”

“Intendo, lo stai chiedendo al tuo capo?” chiese con un sorriso malefico.

“Bene, da quel punto di vista, visto che sei il mio capo, potremmo avere un problemino visto che stai bevendo,” scherzai indicando il suo bicchiere.

Rise. “E che differenza ci sarebbe da qualsiasi altro giorno? Visto che lo faccio sempre!”

“Cosa?” Ho chiesto deliziosamente sorpreso.

“Ma sto scherzando! Sto solo scherzando!”

“Ehi, prenditi un drink ed ogni segreto verrà fuori. Cameriere, altri due di quello che sta bevendo lei,” dissi allegro ordinando due drink.

“Okay. Ora che abbiamo stabilito che non siamo nelle vesti di capo e dipendente. Dove andresti?” Le chiesi ancora.

“Non è tanto dove andrei, è più dove vorrei andare.”

“E dove?”

“Hai mai sentito parlare di un posto chiamato… um… Hedonism?”

La guardai curioso.

“Voglio dire, so cos’è l’edonismo, ma stai parlando di un posto chiamato così?”

“È in Giamaica,” disse arrossendo.

“Non dire altro”, dissi con un sorriso. “In realtà, facciamolo. Dimmi di più. Hai detto Hedonism? Prova a vendermi questo viaggio.”

“Venderti questo viaggio?”

“Sì, fai in modo di attirare la mia attenzione per farmi desiderare di volerci andare quanto lo vuoi tu”, dissi entrando nella modialità flirt.

“Okay. È un resort all-incusive. E mi è stato detto che quando ti vengono a prendere all’aeroporto, mentre ti ci accompagnano, ti chiedono se c’è qualche droga di cui hai bisogno per il tuo soggiorno.”

“Cosa?” Chiesi scioccato.

“Le droghe non fanno per me. Ma è questo quello che fanno.”

“Okay.”

“Ed una volta che sei nel resort, succede di tutto. Aspetta, ho appena capito quanto sia inappropriata questa conversazione. Dovrei smettere.”

“Oh, non puoi fermarti ora. Mi hai fatto già venire l’acquolina in bocca. Non ti fermare.”

“Allora, non c’è l’obbligo di indossare i vestiti, si può fare sesso e persino orge in pubblico.”

“Quindi è come il ‘Burning Man’ solo che è in Jamaica?”

“Sì, esatto!” disse con entusiasmo. “E tutte le docce hanno i vetri trasparenti”.

“Hai la mia piena attenzione. Sei riuscita a vendermi il viaggio. Prenotiamolo. I bambini lo adoreranno.”

Ivy rise. “E tu, invece? Quale è il luogo dei tuoi sogni dove vorresti andare?”

“Hedonism.”

“Dai…” disse lei con un sorriso.

“No, sono serio! Avrei detto le Fiji. Ma chiaramente, stavo puntando troppo in basso.”

Ivy rise. “Sai, penso che abbiamo imparato una lezione qui.”

“Che lezione?”

“Entrambi desideriamo andare su un’isola tropicale. Perché non ne scegliamo una e ci portiamo i bambini?” Suggerì Ivy.

“Abbiamo il permesso di portarli all’estero?”

“Non vedo perché no. Sono sicura che tutti hanno il passaporto. La metà di loro probabilmente passa le vacanze invernali sulle Alpi Svizzere. Non riesco a immaginare che problema ci potrebbe essere se li portiamo in posto all’estero ma più vicino.”

“Che cosa c’è vicino a New York?” Chiesi.

“Le Bahamas?”

“Bahama? Continua a proporre, bellezza.”

“Kokomo? Potremmo arrivarci velocemente e goderci il viaggio.”

“Voto per Kokomo”, scherzai.

“Ma dato che quel posto non esiste, che ne dici delle Bahamas?” Chiese lei.

“Ci sei mai stato?”

“No. E tu?””

“Mai. Ed è relativamente vicino”, sottolineai.

“Facciamolo,” disse proprio mentre il cameriere veniva con i nostri due drink.

“Facciamolo,” dissi tintinnando il bicchiere al suo.

Devo ammettere che la serata stava andando meglio di quanto mi sarei aspettato. E, quando ha tirato fuori il suo telefono, non mi aspettavo cosa sarebbe successo dopo.

“Scusa. So che questo è maleducato. Ma questa cosa ha ronzato circa 10 volte da quando sono arrivata qui. Mi sono rifiutata di guardarlo, ma non sembra che si fermerà. Ti dispiace?”

“No, fai pure.”

Guardavo la sua faccia mentre lei leggeva i messaggi. La cosa più interessante è stata guardare i suoi occhi guardarmi e poi tornare allo schermo, verso di me, poi di nuovo sullo schermo. Quando lo ha fatto per la terza volta, ho dovuto chiedere.

“C’è qualcosa che non va?”

Lo stato d’animo allegro che aveva avuto fino a quel momento, era sparito improvvisamente. Sembrava confusa. Molto confusa.

“Seriamente, è successo qualcosa?” Chiesi confuso.

“Devo… devo andare”.

“Devi andare? Perché?”

“Devo occuparmi di una cosa.”

“Okay. C’è qualcosa che non va?”

“Um… Forse. Ma, voglio che tu sappia, qualunque cosa succeda, non sarai licenziato.”

Mentre mi sentivo tutto il sangue del corpo ribollire, immaginai di essere diventato rosso come un peperone. Che cazzo stava succedendo?

“Hai appena detto che non sarò licenziato?”

“È quello che ho detto. E non succederà. Scusa ma devo andare.”

Ha detto mentre raccoglieva rapidamente le sue cose e lasciava rapidamente il ristorante senza neanche guardarsi indietro. Che diavolo era appena successo? Fissando Ivy che se ne stava andando, riuscivo a malapena a respirare.

 

 

Capitolo 2

Ivy

 

Mi sento umiliata! Com’è potuto succedere? Che cosa mi è mai saltato in mente? Come posso essere così idiota?

Okay. Calmati, Ivy. Scusati ed esci con calma. Tutto qui. Digli solo che devi andare e non parlare mai più con lui.

Era il mio piano. Dopo avere letto quello che Myles aveva scritto per messaggio, non c’era altro che potessi fare. Davvero, però, come avevo fatto a perdermi una parte così fondamentale? Avrei dovuto sbirciare nel fascicolo di Hart, ma non l’ho fatto. Sarebbe stata un’invasione della sua privacy. E, non è proprio questo il punto per il quale uscire con qualcuno? Cercare di conoscerlo meglio?

Saltando in macchina e allontanandomi dal P. F. Chang, ho capito che c’era qualcosa che non andava. Stavo accusando quel drink. Avevo bevuto solo un drink, quindi per me era legale guidare, ma non mi sentivo completamente sobria.

Era una buona cosa considerando che stavo andando ad una riunione d’emergenza con il capo della scuola? Oddio, lo spero. Quell’uomo era la persona più difficile con la quale raggiungere qualiasi tipo di accordo. Mi avrebbe sicuramente offerto da bere dopo l’incontro. E ora avrei scoperto quali sarebbero stati gli effetti di bere prima dell’incontro invece che dopo.

Fortunatamente o purtroppo, Myles viveva a trenta minuti da Hicksville. Questo mi ha dato  molto tempo per pensare a ciò che era appena successo. Avevo detto ad Hart che il posto dove sarei voluta andare era Hedonism. Perché l’avevo fatto? Sì, era la verità, ma non c’era bisogno che lo sapesse. Probabilmente non mi guarderà più con gli stessi occhi.

È un insegnante di scuola elementare e per di più gay. L’ultima cosa di cui aveva bisogno era di conoscere la storia triste della sua preside cicciona e depravata. Aspetta, ho detto la parola ‘orgia’ di fronte a lui? Penso di averlo fatto. Oddio! Non potrò mai più guardarlo negli occhi.

Come facevo a non sapere che Hart era gay? Aspetta, lo so come. In realtà non sembrava esserlo. E per lo più sembrava che stesse flirtando con me… Aspetta, forse mi ero solo immaginata che stesse flirtando con me, doveva per forza essere gay. Lo era, decisamente. Volevo solo sparire nella mia Mazda Miata e andarmene.

Arrivata da Myles, ho parcheggiato davanti a casa sua e ho fatto un profondo respiro. Dovevo decidere come gestire la cosa. Poteva essere l’effetto dell’alcol, quello che poi decisi di fare era di affrontare a muso duro la situazione. Non avevo intenzione di fare marcia indietro. Myles doveva sapere che ero la preside e non avrei bevuto tutte le cazzate che lui mi avrebbe detto. Ho appena chiamato Myles, sciocco? Eh, era una novità.

Mi sono guardata allo specchietto della macchina, mi sono sistemata i capelli e con aria fiera mi sono diretta verso la sua porta d’ingresso. Casa di Myles era una villetta tradizionale beige a due piani con intorno il prato e senza nessun alberio. Basicamente, sembrava un granaio di colore chiaro con le finestre. Niente poteva adattarsi meglio allo stile di Myles. 

“Entra pure,” disse Myles già in evidente stato di panico.

Non lo avrei lasciato infettarmi con la sua negatività. Non questa volta.

“Possiamo andare nel mio ufficio.”

Dalle altre volte che ero stata in quel posto, ero venuta a conoscenza che Myles era sposato ed aveva due figli. Lo sapevo soltanto perché ho visto le foto appese al muro, in realtà ogni volta che sono andata lì, non ci ho trovato mai nessuno che non fosse Myles. Davvero, come poteva non esserci mai nulla fuori posto, come ad esempio un giocattolo a terra in salotto? Stavo cominciando a chiedermi se quei bambini esistessero davvero.

Mi sono seduta di fronte alla sua scrivania fastidiosamente ordinata, fissai l’uomo leggermente più grande di me che in quel momento era seduto di fronte. La cosa che faceva ridere era la sua espressione che diceva come mi comunicava che si stesse per cagando addosso.

“Facciamo che questa conversazione non sia mai avvenuta?” mi chiese.

“Myles, non sono una giornalista”, gli dissi.

“Lo so. Ma sento che dobbiamo parlare in maniera onesta e ho bisogno di sapere che rimarrà tra te e me.”

“Bene, allora sarà così.”

“Dobbiamo licenziare Hart.”

“Già me lo hai scritto nel messaggio. Non puoi licenziare qualcuno solo perché è gay. E’ contro la legge.”

“Lo so. E non lo licenziamo perché è gay. Lo stiamo licenziando perché ha un marito.”

Tutto qui. Mi sentivo profondamente umiliata. Avevo pensato che quello fosse un appuntamento, quando in realtà era solo un ragazzo gay sposato. Quanto potevo essere stata stupida? Voglio dire, non sono mai stata troppo brava a scegliermi i ragazzi, ma questo è stato come toccare il fondo per me.

“Okay, quello è ciò che hai detto. Come fai a sapere che ha un marito?”

“Perché un genitore mi ha chiamato e me lo ha detto. A quanto pare, Hart lo ha detto ai bambini.”

“Stai dicendo che, dal nulla, ha avuto questa uscita di fronte ai bambini?”

“A quanto pare,” disse Myles mostrando la sua angoscia.

“Mi dispiace ma non sembra da lui.”

“Il genitore ha detto che Hart lo ha detto davanti a suo figlio e davanti ad altri due bambini.”

“No, io conosco Hart. Non avrebbe condiviso qualcosa di simile così stupidamente.” E lo sapevo perché eravamo ad un appuntamento e lui non l’aveva condiviso con me.

“Eppure lo ha fatto. Forse non conosci Hart così bene.”

“Invece penso di conoscerlo bene.”

“Quindi già sapevi che era gay? E sposato? Sapevi già tutto?”

Mi fermai un attimo. “Sì. Certo che lo sapevo. Te l’ho detto, lo conosco. E non avrebbe condiviso informazioni del genere senza una buona ragione.”

“Aspetta, quindi sapevi che era sposato?”

“Certo che lo sapevo”, confermai con più fiducia di quanto avessi il diritto di avere considerato quanto fosse grande quella bugia.

“Lo sapevi quando l’hai assunto?”

“È illegale fare tali domande durante il colloquio, ma non l’ha nascosto,” dissi omettendo il fatto che non portava la fede.

“Quindi, lo sapevi.”

“Sì.”

“E hai scelto di assumerlo comunque?” chiese confuso.

“Certo che sì. Perché era il candidato migliore per quel tipo di lavoro.”

“Sei consapevole del tipo di persone che iscrivono i propri figli alla nostra scuola?”

“Certo che ne sono consapevole.”

“Educhiamo i figli di famiglie molto ricche. Famiglie che provengono da paesi che non condividono le opinioni liberali del resto degli Stati Uniti d’America. Per loro siamo i custodi di valori tradizionali. È così che ci vedono. E Hart è sposato. Ecco qua, un ottimo esempio di valori tradizionali.”

“Sai che non è l’esempio di valore tradizionale.”

“Perché, perché è gay?”

“No, perché è sposato con un uomo, non ci sarebbero stati problemi se fosse stato solo gay.”

“Non può comportarsi da gay o fare quello che fanno tutti gli altri gay?”

Myles si irrigidì ascoltando le mie parole.

“Può fare quello che vuole, ma niente di tutto ciò può accadere sulla proprietà della scuola o intorno ai bambini.”

“Ma a te sta bene quando uno qualsiasi degli altri insegnanti parla della sua famiglia e dei suoi figli davanti ai bambini.”

“Questo perché tutti i nostri insegnanti hanno famiglie belle e rispettabili. Sono un esempio di ciò per cui i nostri studenti dovrebbero sforzarsi a diventare.”

“E come fai a saperlo? E, cosa ti fa pensare che il marito di Hart non sia rispettabile?”

“Hai incontrato il marito di Hart?”

“Certo che l’ho incontrato.”

Perchè stavo continuando a mentire?

“L’hai incontrato davvero?”

“Sì.”

“Ed è rispettabile?”

“Più che rispettabile. Pensi davvero che Hart sposerebbe mai qualcuno che non lo fosse? Hart è un uomo gentile, premuroso e maturo. Pensi davvero che avrebbe sposato un uomo che non fosse stato alla sua altezza?”

“Oh, credo di non averlo considerato.”

“No, non l’hai fatto. Non hai pensato a molte cose. Hai davvero pensato che ti avrei fatto licenziare uno dei miei insegnanti solo perché è sposato con una persona del suo stesso sesso? Dovrai licenziare me, prima.”

“Ivy, penso che tu ancora non hai realizzato quanto siano conservatori i genitori dei nostri ragazzi.”

“Ma hanno scelto di istruire i loro bambini negli Stati Uniti. Se desiderassero istruire i loro bambini in un posto in cui le donne non possono guidare e dove la bigotteria è una legge, avrebbero scelto di istruire i loro bambini in qualche altro luogo nel mondo. In America, si imparano i valori americani. Ed uno di quei valori è che giudichiamo gli altri in base al loro carattere e a quello che c’è dietro. Hart è un uomo con carattere. Suo marito è un uomo con carattere. Quelli sono i valori della scuola di cui sono la preside. E, se hai intenzione di continuare su questo argomento, ti suggerisco di cominciare a cercare un nuovo preside.”

Devo dire che mi sentivo bene dopo aver pronunciato quelle parole.

“Ivy, hai bevuto?”

“Non sono ubriaca. Come ti permetti di dirmi che sono ubriaca?”

Cazzo se ne era accorto.

“È solo che sembri più… um… coinvolta del solito.”

“Solo perché questo argomento è importante per me.” E perché ero ubriaca. “E voglio assicurarmi di scacciare qualsiasi pensiero tu abbia di terminare il rapporto di lavoro con qualsiasi dei miei insegnanti solo perché ti importa del sesso della persona che amano. Non te lo permetterò, Myles. Non accadrà. Puoi scommetterci!”

  Myles mi fissò un attimo più a lungo e poi guardò in basso e sembrava stesse pensando a qualcosa. Quel lasso di tempo sembrava non passare più. Mi ha dato il tempo di pensare a tutte le cose che avevo appena detto. Avevo davvero detto molto.

“Va bene, va bene,” ammise Myles. “Se sei tu che garantisci per lui, allora mi fido. Ma devo incontrarlo.”

“Chi? Hart?”

“No, già conosco Hart. Devo incontrare suo marito.”

“Ah, suo marito.”

“Sì. Hai detto che già l’hai conosciuto. Vorrei incontrarlo anche io. Dovrò spiegare ai genitori perché abbiamo assunto un gay sposato come insegnante d’elementari. Voglio essere in grado di dare loro una spiegazione.”

“Non devi spiegar loro nulla,” dissi a Myles sperando di togliergli quel pensiero dalla mente.

“No, lo farò. I genitori possono scegliere dove possono fare educare i loro figli e tutti gli altri posti sono meno costosi della nostra scuola. Se vogliamo metterla su un piano morale che si adatti ai valori americani, allora devo sapere per chi sto rischiando il mio lavoro. Tu hai avuto l’opportunità di conoscere quel tizio. Gradirei avere la stessa opportunità.”

“Davvero? Okay. Credo di poter parlare con Hart di questo.”

“Fallo per favore. E, onestamente, se il marito di Hart non è l’uomo che dici che è, non solo annullerò il contratto di Hart con la scuola, ma mi aspetto anche le tue dimissioni” disse con estrema fermezza.

“E se quella sarà la situazione, te le darò molto volentieri” dissi con fiducia.

“Allora, organizza l’incontro, mi aspetto di essere presentato a lui entro questo fine settimana.”

“Myles, oggi è mercoledì. Il marito di Hart potrebbe essere occupato o fuori città.”

“Ivy, non mi interessa come farai, fallo e basta. Devo parlare con il genitore di quel ragazzino e non posso tirarla troppo alle lunghe.”

“Sono sicura di riuscirci.”

“Allora, quando pensi che si possa fare? Ricorda, che hai una scadenza che pende sulla tua testa.”

Pensai per un momento. Quello che ho capito è che Myles aveva ragione. Ero ubriaca. La mia mente si muoveva molto più lentamente del solito. E l’unica cosa che mi veniva in mente era,

“Che ne dici al prossimo incontro genitori-insegnanti?”

“L’incontro genitori-insegnanti? Sì, sarebbe perfetto.”

Un momento, perché ha accettato così in fretta?

“Allora, sarà martedì prossimo” mi ricordò.

Cazzo!

“Sarà per martedì prossimo” dissi con sicurezza.

“Allora, grazie per essere venuta. Ti accompagno fuori ”, disse alzandosi.

Ero stordita quando mi alzai e lo seguii fino alla porta d’ingresso.

“Non vedo l’ora di incontrare il marito di Hart martedì. E spero davvero che sia davvero ciò che hai detto che è.”

“Oh, lo sarà, e molto altro ancora.”

“Eccellente. Passa una buona serata.”

“Anche tu” gli dissi prima di tornare alla mia macchina.

Quando ero al sicuro e avevo guidato abbastanza lontano, afferrai il volante e ho urlato: “MERDA !!!”

Che cosa avevo fatto? Non avevo mai incontrato il marito di Hart. Fino a quando Myles non me l’ha detto, non sapevo nemmeno che fosse sposato. Non sapevo nemmeno che fosse gay.

Ma quello che avevo detto doveva essere vero, giusto? Hart era l’uomo più gentile che avessi mai incontrato. Se fosse stato sposato, poteva essere solo con un uomo che condivideva i suoi valori. Hart non sceglierebbe mai di trascorrere il resto della sua vita con un tipo diverso da lui.

E, ora che ci pensavo, ovviamente Hart era gay. Era un uomo gentile, premuroso, amorevole. Come poteva essere più gay di così?

Sono stata così sciocca a pensare di avere una possibilità con lui. Non mi biasimo completamente, comunque. Dopo tutto, cosa c’era in lui che mi potesse suggerire che avesse un marito? Stavamo programmando un viaggio insieme. In tutti i nostri incontri come aveva fatto a non essere mai venuta fuori una cosa del genere?  

Comunque, come diceva sempre mia nonna, è inutile piangere sul vino versato. Mia nonna aveva un po’ di problemi con l’alcol.

Avevo solo bisogno di parlare con Hart e fargli sputare il rospo. Non dubitavo che Hart mi avrebbe aiutato ad uscirne. Non sarebbe stato da lui non aiutarmi.

La domanda era se suo marito sarebbe potuto venire all’incontro genitori-insegnanti di martedì. Perché, se non avesse potuto, sia Hart che io eravamo fregati.

 

 

Capitolo 3

Hart

 

Licenziato? Mi ha appena detto che non importa quello che avrebbe sentito, non sarei stato licenziato? Non riesco a crederci. Tuttavia, avrei dovuto sapere che questa sarebbe stata una possibilità. Il sonnellino è un argomento molto controverso.

Ivy mi avrebbe permesso di difendere la mia posizione? A quanto sembrava, lo avrebbe fatto. Se lo avesse fatto, sarei stato pronto. Sono mesi che raccolgo studi su questo argomento. Aggiungendo questi studi ai dati interni che confrontano i punteggi dei test della mia classe con gli altri nella nostra scuola, tutti avrebbero giudicato la mia argomentazione più che valida.

La polemica sull’ora del pisolino non spiegava completamente perché Ivy mi avesse guardato come aveva fatto prima di andarsene, però. Era una mia impressione o sembrava davvero ferita? Perché qualsiasi cosa che possa aver letto su un messaggio sulle mie teorie del pisolino avrebbero potuto ferirla in quel modo?

Voglio dire, stavo permettendo alla mia classe di fare un sonnellino quando lei ed il consiglio me lo hanno espressamente vietato. Immagino che abbia scoperto che lo stavo facendo comunque. Dannazione, non volevo che lo scoprisse in questo modo. Avrei dovuto dirglielo. In realtà avrei voluto arrivare a collezionare i risultati di tutto l’anno scolastico prima di dirglielo.

Perché non capivano che lo stavo facendo solo per il miglioramento dei bambini? La rimozione del pisolino è una soluzione miope a un problema diverso. Ma immagino che fosse quello che era. Il giorno dopo sarei andato a lavoro con tutti i dati che avevo sull’argomento e li avrei fatti vedere a Ivy sperando che fosse sufficiente.

Mi piaceva Ivy. Mi piaceva molto. Ho pensato a lei come quella ‘giusta’. Avevo rovinato tutto? Penso di averlo fatto.

Tuttavia, non avrei lasciato che tutto sarebbe finito così, in quel modo. Volevo combattere per lei. Per prima cosa la mattina successiva, sarei andato nel suo ufficio e le avrei messo tutti i documenti dei miei studi sulla sua scrivania. Stavo per presentare i miei dati sull’ora del pisolino, e le avrei inoltre mostrato ciò che provavo per lei, dovevo affrontare quel momento, deciso.

“Aspetta il ritorno della signora per ordinare?” chiese il mio cameriere.

“No. Ordino” dissi scegliendo di restare.

Cos’altro avrei dovuto fare? Ero al P. F. Chang. Non ti alzi e lasci un posto come questo come nulla fosse. Chissà quando avrei avuto di nuovo la possibilità di mangiare lì?

Per cena, ho mangiato i gamberi croccanti al miele su una base di riso bianco. Erano spettacolari come al solito. Non ce l’avrei fatta a mangiare anche il dessert. Quindi, uscendo con la pancia piena e un’idea chiara di cosa avrei dovuto fare il giorno dopo, sono tornato a casa e ho preparato il mio materiale per l’indomani.

La mattina successiva, mentre salivo sul treno per andare a lavoro, ho pensato molto a quanto avevo tradito la fiducia di Ivy. Avevo sfidato sfacciatamente la volontà del consiglio scolastico e, di conseguenza, la sua autorità.

Perchè lo avevo fatto? Vorrei dire che era per i bambini, ma dovevo ammettere che c’era molto di più. C’era una vena ribelle in me. Ne avevo sempre avuta una.

I miei genitori avevano immaginato un percorso chiaro per me. Dovevo andare ad Harvard e poi a Oxford pee poi prendere posto nel consiglio dell’azienda di famiglia. Avrei dovuto ereditare tutto ed era molto. La mia famiglia è una delle 1000 famiglie più ricche di New York. Ma, perché avrei dovuto farlo?

Lascia che ti dica un segreto nel caso non lo sapessi già. Il denaro distrugge la tua anima. Non sto parlando di una manciata di soldi. Un po’ vanno bene. Ma cinquanta milioni? Cento milioni? Duecento milioni? Lascia perdere.

Tutti i miei amici che crescevano avevano fondi fiduciari superiori al prodotto nazionale lordo della maggior parte delle nazioni del terzo mondo. Ripensandoci, sembrava tutto così disgustoso. Stiamo parlando del più grande gruppo di nullafacenti che abbia mai visto in vita mia.

Tutto quello che facevano adesso era girare il mondo alla ricerca del prossimo picco di felicità. Non sto parlando solo di droghe anche se di droghe ce ne sono davvero tante. Sto parlando di tutto ciò che li faccia sentire vivi. Sembra non abbiano uno scopo nella vita. Niente riesce a dar loro piacere. E poiché non hanno mai imparato a stabilire connessioni umane con gli altri, sembrano come dei cani che ringhiano alle loro ombre.

Non sono sicuro di come fossi riuscito ad evitare tutto questo. Quello che so è che alle elementari avevo un insegnante che ha plasmato il mio modo di vivere la vita. Era così diverso da tutti gli altri che conoscevo. La maggior parte dei ragazzi aveva una cotta per le giovani maestre dai seni prosperosi. Io avevo una cotta per lui.

Voglio dire, non proprio una cotta. Davvero, non è che ne fossi innamorato. Uso la parola ‘cotta’ solo perché è ciò che gli si avvicina di più.

A quel tempo lo seguivo in giro per il giardino della scuola durante il pranzo, inventavo scuse per andare da lui dopo la scuola per fantasticare su di lui che mi faceva il bagnetto. Era successo solo una volta, però… ok, forse due. Ma non era che volevo fare le cose di cui parlavano i miei amici con le insegnanti donne. Quei bambini di dieci anni avevano grandi fantasie…

Quindi, sì, l’influenza che ha avuto su di me, mi ha fatto rivalutare il fatto di voler diventare come i miei amici o come i miei genitori. Infatti, ho seguito la sua strada. Sono diventato un insegnante di scuola elementare.

I miei genitori erano furiosi quando l’hanno scoperto. Dissero che li avevo messi in imbarazzo oltre ogni immaginazione. Non ci volle molto per cacciarmi e diseredarmi. Inizialmente, è stato uno shock anche per me, ma alla fine l’ho accettato. L’ottenimento della mia prima posizione di insegnante mi ha aiutato. E una volta che ho imparato a fare le cose base per me stesso, a pagare le bollette, a far bollire un uovo, ho iniziato ad amare quel tipo di vita.

C’erano molte cose meravigliose da cui la mia ricchezza mi aveva tenuto lontano. P.F. Chang per esempio. Sono stato in Cina. P.F. Chang non serve cibo cinese. Ma dopo essere sopravvissuto mangiando noodles precotti subito dopo essere stato diseredato, ho scoperto che P.F. Chang è qualcosa di più. Qualcosa di meravigliosamente di più.

Scendendo dal treno di Long Island alla Penn Station, ho preso la linea C. In venti minuti ero a scuola. Ero venuto volutamente a lavorare presto. Sapevo che Ivy veniva ogni giorno un’ora prima rispetto a me. Avevo bisogno di tempo sufficiente per scusarmi con lei e per fare la mia presentazione. Mi ero esercitato tutta la notte. Volevo farlo il prima possibile affinché ce lo avessi fresco in mente.

Entrando nel vecchio atrio della scuola, mi diressi verso l’ufficio della preside. Ruby, la sua assistente, non era mai lì prima del suo turno lavorativo. Quindi sapevo che sarei stato in grado di bussare alla sua porta senza che nessuno si intromettesse.

Bussai e attesi per una risposta. Ci fu una pausa più lunga del previsto. Stavo per lasciare il suo ufficio per cercarla altrove quando ho sentito delle parole,

“Avanti”

Per quanto coraggioso fossi stato fino a quel momento, tutto svanì quando raggiunsi la maniglia. È stato un errore. Non sarei dovuto venire qui. Avrei dovuto aspettare che mi chiamasse lei. Mi aveva detto che non sarei stato licenziato, no? Avrei dovuto lasciare le cose così com’erano.

O forse è stata la parte che rivivevo in mente dove le dicevo che lei mi piaceva, che mi stava dando delle preoccupazioni. Sembrava assurdo che quello potesse essere ciò che c’era dietro la mia perdita di coraggio, ma immagino fosse proprio così.

“Avanti”, disse Ivy più forte.

Era troppo tardi. Non potevo fingere di non averla sentita. Sono dovuto entrare. Sentendo il mio viso arrossire, ho iniziato a sudare. Cosa stavo facendo? Stavo sicuramente commettendo un errore.

“Hart?” Disse Ivy visibilmente a disagio. “Che cosa ci fai qui?”

“Volevo parlarti di quello che è successo ieri sera,” le dissi mentre le mie gambe cominciavano a tremare. Che diavolo mi stava succedendo? Non ero stato così nervoso nemmeno quando ho detto ai miei genitori che avrei voluto diventare un insegnante. Perché mi sentivo come se stessi cadendo a pezzi adesso?

“Ieri sera? Giusto. Ieri sera In realtà, anche io volevo parlarti di questo.”

“Ah si? Ok, ma prima io” le dissi.

“No. Devo farlo io per prima” insistette Ivy. “Sono il tuo capo e penso che sarebbe meglio se cominciassi io per prima.”

Per quanto fossi stato nervoso mentre entravo nel suo ufficio, ora ero solo sorpreso. Mi ha appena ricordato che era il mio capo? Sarebbe stato difficile passare a dire quello che volevo, cioè ‘mi piaci e voglio uscire con te’. 

“Umm, okay,” le dissi anche se non mi piaceva affatto quella situazione.

“Puoi sederti?”

Certo, tenendo conto di quanto mi scappasse la pipì improvvisamente in quel momento, quella era probabilmente una buona idea. Ho tirato fuori l’ampia sedia davanti alla sua scrivania e mi sono seduto.

“Se puoi, apprezzerei se mi permettessi di dire tutto ciò che penso,” disse lei con tono afflitto. “Pensavo di avere un po’ più di tempo per lavorare su quello che volevo dirti, ma va bene. Eccoci qua.”

“Hart, vorrei chiederti scusa per ieri sera.”

“Sono io che dovrei…”

“No, per favore, è già abbastanza difficile. Per favore lasciami finire” disse sembrando più vulnerabile di quanto l’avessi mai vista. Di solito era così forte. Mi ha quasi fatto venire le lacrime agli occhi.

“Come stavo dicendo, mi scuso per ieri sera. Ho agito in modo non professionale e mi dispiace. Credo di aver pensato che ci fosse qualcosa tra noi quando chiaramente non c’era. Sarebbe stato d’aiuto se avessi mai indossato una fede, ma questa è una tua scelta. E non spetta a me giudicare una tua scelta.”

Aspetta, cosa? Perché dovrei indossare una fede?

“Comunque, mi dispiace e credimi, non succederà mai più. Non mangiavo da pranzo, quindi immagino che il drink che ho bevuto mi abbia frastornato più del dovuto.”

“Ma, ecco il punto, ora accetto che sei sposato e non farò mai più quell’errore.”

“Cos…”

“No. Lasciami finire.”

Ero troppo scioccato da quello che aveva detto per interromperla, quindi l’ho lasciata continuare.

“Inoltre non sapevo che fossi gay. Certo, ora che ci ripenso, sei ovviamente gay. Come ho potuto non accorgermi che sei gay? È così ovvio, no? Mannaggia!” Disse con una risatina forzata.

Aspetta, cosa?

“Comunque il fatto è, che quando hai detto a quello studente che avevi un marito, si è scatenata una sorta di tempesta di fuoco.”

Aspetta, che?

“Ora i genitori sono sul piede di guerra, il consiglio scolastico è coinvolto e il mio lavoro è in bilico. Voglio che tu sappia che come preside difenderò il tuo diritto di amare e sposare chiunque tu scelga. Non sono affari di nessuno, ma solamente i tuoi.

Tuttavia, apprezzerei tanto se facessi venire tuo marito al prossimo incontro genitori-insegnanti la prossima settimana e lo presentassi ad alcuni membri del consiglio ed ai genitori. Ho già detto loro che ci sarebbe stato, quindi se ciò non fosse possibile, mi ritroverei in una condizione un po’ scomoda. Ripeto di nuovo, la tua vita privata è solo la tua. E come tuo capo, difenderò qualunque decisione tu prenda. Ma chiedo che, se possibile, per favore, tuo marito si unisca a noi a quell’incontro.”

“Okay.” dissi.

“Ancora una volta, mi dispiace tanto per averti messo in questa posizione. Non ho il diritto di farlo. E non te lo avrei nemmeno chiesto se questo lavoro non significasse così tanto per me”.

Mentre lo diceva, Ivy iniziò a piangere.

“Mi dispiace,” disse asciugandosi le lacrime dagli occhi. “Ottimo! Molto professionale, Ivy. Bel lavoro.”

Il mio cuore si spezzò guardando Ivy piangere davanti a me. Dovevo fare qualcosa per farla smettere. Avrei fatto qualsiasi cosa.

“Certo,” le dissi cercando di rimanere il più composto possibile.

“Certo… che cosa?”

“Certo che ci sarà.”

“Lo inviterai?” Disse Ivy con la speranza negli occhi.

“Assolutamente. Sarà felice di venire. Dovrò chiedergli quali sono i suoi programmi, ma sono abbastanza sicuro che sarà lì”.

“Straordinario! Ancora una volta, mi dispiace tanto per averti messo in questa situazione. Non l’hai mai tirato fuori prima, quindi immagino che non sia qualcosa di cui ti senti a tuo agio a parlarmi”.

“No, non è quello. Mi sentirei assolutamente a mio agio a parlarti di lui. Mi sentirei a mio agio a parlarti di qualsiasi cosa.”

Aspetta, stavo flirtando con lei dicendole quanto mi sarei sentito a mio agio a parlarle del fatto che fossi gay?

“Sul serio? Allora perché non lo hai mai menzionato?”

“Non lo so. Perché non l’ho mai menzionato prima?” Le ho chiesto sperando che avrebbe trovato una risposta per me.

“Forse perché non ti sentivi ancora pronto per farlo”, suggerì.

“Forse è così. Non l’ho mai menzionato perché non ero ancora pronto. E adesso immagino di esserlo. Ehi, sono pronto ora!”

“Wow, dev’essere qualcosa di difficile per te, fare questo coming out davanti a me, eh?”

“Giusto, qualcosa che non mi sarei apsettato di fare. Certo, perché il coming out è una cosa difficile da fare”, ricordai.

“Oh mio Dio, ti ho costretto a uscire allo scoperto?” chiese lei angosciata.

“No, no. Lo avrei fatto comunque a breve.”

“È questo che stavi per dirmi prima che ti interrompessi?”

“Sì! Sì, è esattamente quello che stavo per dirti. Stavo per dirti che sono omosessuale sposato con un uomo e non che sono un etero che prova qualcosa per te.”

“Cosa?” Chiese lei in maniera confusa,

“Niente. Stavo solo pensando ad alta voce. Sai come siamo noi gay. Siamo qui, con la testa tra le nuvole è questo quello che facciamo questo di solito, giusto?”

“Giusto” disse Ivy sempre più sconcertata da quello che stavo dicendo.

“Comunque, meglio che vada. E inviterò mio marito all’incontro genitori-insegnanti della prossima settimana. Devo vedere quali sono i suoi programmi ma sono sicuro che ci sarà. E, solo per conferma, niente di tutto questo ha a che fare con il fatto che i miei studenti fanno un sonnellino, giusto?”

“Fai fare il sonnellino ai tuoi bambini?”

“Non lo sapevi? Oh. Io … sì glielo faccio fare, ma ora non posso parlarne ora. Devo prendere il telefono e chiamare … mio marito. Ti farò sapere quando ne avrò uno… voglio dire, quando mi darà conferma.”

“Grazie. E ancora, mi dispiace di averti messo in questa posizione.”

“Che posizione? Non c’è nessuna posizione. Non è niente” dissi infine uscendo dal suo ufficio e chiudendomi la porta alle spalle.

Che cazz…

Che cazzo era appena successo? Per quanto ne sapevo, avevo appena fatto outing con la donna che mi piaceva e avevo accettato di portare un marito che non avevo all’incontro coi genitori della settimana prossima. Che cosa avevo fatto?

Be’, non c’era tempo per pensarci adesso. Dovevo andare in classe e prepararmi per la lezione del giorno. C’erano alcune lettere di grandi dimensioni che dovevano essere appese alla bacheca della classe. Avevo passato il fine settimana a crearle. C’era voluta un’eternità per trovare una colla che non odorasse di orsetti gommosi. Cosa stavano pensando i produttori di quelle colle?

Anche se il resto della mia giornata è stato pieno zeppo di bambini che litigavano, una volta che li ho messi giù per un pisolino, ho avuto la possibilità di pensare. A chi diavolo potevo chiedere di fingere di essere mio marito? La maggior parte dei miei amici erano insegnanti che Ivy già conosceva. Dovevo trovare qualcuno che non solo fosse nuovo per Ivy, ma che fosse nuovo per il consiglio e i genitori.

Ero rimasto in contatto con alcuni ragazzi dell’università ma ora vivevano tutti in altri stati. Chi conoscevo che viveva a New York e non aveva nulla da perdere facendo questo per me? Francamente, l’elenco era breve o addirittura inesistente. Non avrei trovato nessuno. E l’unica persona che conoscevo che l’avrebbe preso in considerazione era qualcuno che non avrei dovuto prendere in considerazione io.

Da dolescenti c’era un gruppo di giovani con cui uscivo. Nessuno di noi l’ha detto mai ad alta voce, ma eravamo i bambini ricchi della città, la futura classe dirigente. A 16 anni le vite di quasi tutti i membri del gruppo erano andate fuori controllo. Voglio dire, quante volte ti sei dovuto svegliare nel bagagliaio di uno sconosciuto?

Ma eravamo in due che siamo riusciti a tenere le cose almeno un po’ sotto controllo, io e il mio migliore amico Vandal. Vandal non era un altro che era sfuggito alla maledizione del fondo fiduciario. Quel ragazzo aveva preso delle decisioni sbagliate. Tuttavia, in qualche modo non ha mai perso la sua umanità.

Avremmo dovuto essere tutti migliori amici, ma era abbastanza ovvio dalle pugnalate alle spalle che agli altri non importava l’uno dell’altro. Vandal era diverso. Mi ricordai che mi chiedeva come stavo quando le cose stavano prendendo una piega sbagliata e notavo che gli importava veramente della risposta.

La sua empatia non si è mai estesa oltre le persone che conosceva personalmente. Ma nel nostro gruppo, questo lo ha reso una specie di santo ai miei occhi. C’era già un santo patrono dei rave e dell’ MDMA? In caso contrario, sarebbe stato lui quello che avrebbe avuto quella nomina.

E anche dopo l’adolescenza, era riuscito sempre a cavarsela. Da quando sono diventato insegnante avevo perso il contatto con la mia vecchia vita, ma l’ultima cosa che ho sentito su di lui è stato che stava facendo alcuni investimenti di alto profilo. Penso che fosse in parte proprietario di una squadra della NFL o qualcosa del genere. E oltre a questo, era un generoso donatore a musei o robe di cultura.

La vita del fondo fiduciario era davvero difficile da navigare, ma per la maggior parte, Vandal l’aveva capita bene. Credimi, è difficile vedere le altre persone come esseri umani se non ti avvicini mai abbastanza per imparare la loro storia. E con tutti quei soldi, era facile evitare ogni inconveniente. Tuttavia, sono questi inconvenienti che ci ispirano nella nostra umanità. E se non fossi diventato un insegnante che si rendeva conto delle proprie azioni, chissà dove sarei stato adesso.

Il problema con Vandal, tuttavia, era che non parlavo con lui da sette anni. Anche quella volta era stato solo brevemente. Ero a una raccolta fondi scolastica e lui era lì. Allora non ero sicuro della mia decisione di vivere una vita di relativa povertà come lo sono ora, quindi ho passato la maggior parte della sera ad evitarlo.

Mi vide lui, però. E non appena lo fece, mi è venuto a parlare. Sembrava felice di vedermi e mi ha fatto promettere di restare in contatto. Mi ha anche contattato un po’ di volte dopo l’evento, ma non ho mai risposto.

Il modo migliore per non cedere alla tentazione era allontanarti dalle cose che ti tentavano. E lui era una tentazione per più di una ragione. Sette anni fa non ero pronto a gestire niente di tutto ciò.

Non potevo gestirlo, ma ora? Potrei sopportare di essere circondato da quello stile di vita? C’erano molte cose che non mi mancavano affatto, come le relazioni superficiali e l’egocentrismo dilagante. Ma c’erano altre parti che a chiunque sarebbero mancate.

Ad esempio, ricordo prima di considerare PF Chang il miglior ristorante per me. C’erano volte in cui i miei amici e io spendevamo almeno $1000 per una cena. E la maggior parte del tempo ci sballavamo. Non con le droghe che, per esempio, miglioravano il sapore del cibo, ma con quelle che attenuano l’esperienza. Che spreco. Anche in quelle condizioni il cibo era fantastico. Ma sorprendentemente, non importa quanto fosse costoso, non mi ha mai fatto sentire meglio di quanto non lo fosse quello al PF Chang adesso.

L’altra cosa che mi ha fatto esitare a rientrare in quel mondo era che eravamo un po’ una squadra incestuosa. Tutti nel gruppo avevano frequentato tutti gli altri una volta o l’altra. Non sto parlando dei ragazzi che frequentano altri ragazzi o cose del genere. Ma ci sono state alcune volte in cui mescolare ecstasy e alcol ha portato ad alcune situazioni interessanti.

Mi mancava? Onestamente, un po’ si. E ho pensato molto a cosa sarebbe successo allora, con Vandal in particolare. Dopo averci pensato, ho deciso che non era altro che un disperato bisogno di connettersi con qualcuno.

I nostri genitori non si prendevano cura di noi. Ai nostri amici non importava di noi. E le persone con cui uscivamo erano altrettanto auto-coinvolte e disconnesse come tutti gli altri nelle nostre vite. Quindi, quando assumevamo droghe, ogni carezza sembrava come se fossi stato avvolto in una coperta calda in una notte fredda, le cose potevano assumere delle pieghe inaspettate.

Non mi sono mancati i postumi di una sbornia o il senso di disorientamento che rimaneva per i giorni successivi, ma la connessione che sentivo in quel momento rimbomba ancora nella mia testa. E, più di chiunque altro, ho provato quei sentimenti con Vandal. Se fosse stato per Vandal, sono sicuro che quei tempi non sarebbero mai finiti. Tuttavia, avevo bisogno di più dalla vita. E, sebbene ora avessi molto meno rispetto ad allora, sono più felice.

Avrei mai preso in considerazione l’idea di contattare Vandal se non mi fossi trovato in quella situazione ora? Ovviamente no. Voleva dire che stavo provando ad usarlo? Probabilmente. Quell’impulso era una delle cose dalle quali sarei voluto scappare quando avevo abbandonato la mia vecchia vita? Sì lo era. Dovrei considerare la possibilità di contattare Vandal come un ripensamento? Sì, direi.

 Quando i bambini si sono svegliati dal loro sonnellino, ho deciso che non avrei contattato Vandal. Non poteva venirne fuori niente di buono. Dovevo semplicemente trovare un altro modo. Forse avrei detto a Ivy che ci ho provato ma mio marito non sarebbe stato presente a quell’incontro. O forse le avrei semplicemente detto la verità. Certo, aveva messo in gioco il suo lavoro per difendermi e aveva bisogno che fossi intervenuto per lei, ma che importanza aveva?

Chi stavo prendendo in giro? Tutti quei dubbi mi stavano facendo scoppiare la testa. Sapevo che inventarmi un marito avrebbe significato che lei e io non saremmo mai stati insieme, ma volevo farlo per lei. Volevo essere il suo cavaliere dall’armatura scintillante. Ivy era una donna forte che sapeva prendersi cura di se stessa. Non mi aveva mai chiesto nessun tipo di aiuto. Ma, ora lo stava facendo. Come potevo anche solo considerare di non essere lì per lei?

Considerando le conseguenze a lungo termine, ci ho pensato prima di finalizzare qualsiasi cosa. Durante il viaggio di ritorno in treno verso casa ho continuato a pensarci. E mentre coreggevo i compiti della giornata davanti a un bicchiere di vino, presi una decisione.

Mi importava di Ivy. Dicevo sul serio. Ma tutto questo sarebbe stato troppo ambiguo per me. Non avevo detto di avere un marito. Non ero sicuro da dove fosse arrivata quella notizia. Ovviamente aveva a che fare con quello che avevo detto al piccolo Adderall ed al futuro manager, ma è stato solo un malinteso.

Doveva esserci una via d’uscita. Voglio dire, non era come se lei avesse detto al consiglio di conoscerlo o cose del genere. Se lo avesse detto, saremmo stati entrambi completamente nella merda. Ma non l’aveva fatto, quindi l’intera faccenda poteva ancora essere chiarita con una spiegazione.

Contento della mia decisione, finii di correggere i compiti, guardai un po’ di TV e infine andai a letto. Il giorno dopo, andando a lavorare presto, mi diressi subito verso l’ufficio di Ivy. Avevo una mente lucida e una missione da compiere. Le avrei detto la verità e ci saremmo fatti una risata insieme. Forse avremmo anche ripreso da dove avevamo interrotto quella sera. Forse non saremmo tornati al PF Chang, ma ho sentito parlare bene di Red Lobster e sui loro infiniti cestini di gamberetti.

“Hart? Sei qui. Ottimo! Speravo che passassi a trovarmi”, disse Ivy con entusiasmo mentre entravo nel suo ufficio.

“Davvero? Perché?”

“Perché ho grandi notizie ed una confessione da fare. Per favore, siediti” disse indicandomi una sedia davanti alla sua scrivania. “La notte scorsa sono stata ispirata dal tuo coming out. A proposito, grazie ancora di averlo fatto” disse con la mano sul cuore. “E ho deciso che non doveva essere compito di nessuno di noi convincere il consiglio su nulla. La gente qui ti ama. Gli insegnanti ti amano. I genitori dei tuoi studenti ti amano. Sei un grande insegnante che ha più che guadagnato il diritto di essere sostenuto.”

Oh no!

“Così ho contattato alcuni di loro, ho detto loro la situazione e non solo useranno tutta la loro influenza per sostenerti, ma stanno creando un comitato che garantirà che la scuola, non solo garantirà più presenze di diversa razza, ma anche una maggiore diversità sessuale.

È un grande traguardo, Hart. Per quanto ne so, nessuna scuola ha fatto mai questa scelta prima d’ora. Almeno non per quanto riguarda la diversità sessuale. E il fatto che siano così disposti a farlo qui dove, siamo onesti, i ‘valori della famiglia’ sono usati come parole del vangelo… be’, la dice lunga. E, devo dire, niente di tutto questo sarebbe possibile senza di te e senza il coraggio che hai avuto nel fare outing. Uno di loro ha persino detto che erano stati sempre molto conservatori su questo argomento. Ma poiché conoscevano te e conoscendo chi sei, hanno cambiato idea su questo genere di cose. Tutto grazie a te. È tutto grazie a te che questo è diventato possibile. Mi hai ispirato e hai ispirato gli altri. E ora grazie a te stiamo per cambiare il modo di pensare di un’istituzione centenaria. Non so cosa ne pensi tu, ma penso che tutto ciò sia piuttosto sorprendente. Ma come avrei potuto aspettarmi di meno da te, sei una persona incredibile. Sei fantastico, Hart”, disse prima di alzarsi, girando intorno alla scrivania e dandomi un grande abbraccio. Quando smise di abbracciarmi si asciugò le lacrime.

Oh, cazzo!

“Scusa, sono così felice. Ma sono sicura che eri venuto per dirmi qualcosa. Dimmi pure.”

“Ahhh … umm … stavo per dirti che ci sarà.”

“Lo farà? Grazie a Dio! Ho già detto a tutti che ci sarebbe stato.”

“L’hai fatto?”

“Sì. E, ad essere onesti, potrei aver già detto al capo del consiglio di averlo già conosciuto.”

“Davvero?”

“Sì, mi dispiace. Ma ormai visto che, diciamo l’ho già conosciuto, dovrei forse sapere almeno il suo nome, che ne dici?” chiese timidamente.

“Il suo nome?”

“Sì.”

“Giusto. Il suo nome è …”

Mi guardai intorno nella stanza alla ricerca della via d’uscita più veloce. C’era una finestra dietro di lei, ma eravamo al 3 ° piano e non sapevo se buttarmi e rotolare giù sarebbe stato d’aiuto.

“Il suo nome è… Vandal.”

“Vandal…”

“Vandal? È un nome insolito. Aspetta, intendi Vandal Scott?”

“Conosci Vandal?”

“Sei sposato con Vandal Scott! Oh mio Dio! Voglio dire, no, non lo conosco personalmente. Ma ho capito chi è. È un noto filantropo. Quindi, sei sposato con Vandal Scott. Ha molto senso” disse lei con un sorriso. “Sai, non avrei mai immaginato che fosse…”

“Gay?” Chiesi.

“Stavo per dire un tipo che si sposa. Ma, in effetti non pensavo anche fosse gay,” disse arrossendo.

“Sì, un sacco di sorprese per tutti, oggi.”

“Racconta, come vi siete conosciuti?”

“Siamo cresciuti insieme” dissi felice finalmente di poter dire almeno una cosa che corrispondesse al vero.

“Sei cresciuto con Vandal Scott?”

“Sì. Ti sorprende come cosa?”

“Be’, forse un po’.”

“Ho sempre immaginato che fosse come i bambini di questa scuola. Sai, gente coi soldi circondato da bambini figli di persone ricche e famose.”

“Infatti era come i bambini di questa scuola. Lo eravamo entrambi.”

“Aspetta un attimo, quindi tu sei…”

“Diseredato.”

“Ah. Però dai, chi ha bisogno dei soldi dei propri genitori quando sei il marito di Vandal Scott, no?”

Sì, non ci avevo pensato, ma in effetti era così.

“Giusto. Giusto. Comunque, credo di dover andare.”

“Okay. Ah e non sentirti obbligato, ma se desiderassi presiedere il comitato di diversità della scuola, sappi che il posto è il tuo.”

“Oh… bene, ti prometto che ci penserò un po’ su.”

“Davvero, non sentirti in obbligo. Ho solo pensato che dovrebbe essere presieduto da qualcuno che è, sai, diverso dagli altri,” disse Ivy ridendo.

“Certo. Ed io sono molto diverso dagli altri” dissi prima di scivolare fuori e pensare di dire addio alla mia carriera.

Sarebbe stato difficile impacchettare le mie cose e trasferirmi in un posto dove nessuno mi conosceva, ma era chiaramente qualcosa che avrei dovuto fare, di lì a poco. Perché ho detto, Vandal? Lei aveva ragione. Vandal era un nome molto raro. Perché non ho detto John o qualcosa del genere? Se avessi detto un nome più comune avrei avuto qualche opzione in più.

Bene, prima che cominciassi a mettere in uno scatolone i miei effetti personali, dovevo provare almeno a mettermi in contatto con Vandal. Non sapevo nenache se in quel momento fosse in città. Chi poteva mai saperlo? Ma, c’era soltanto un modo per scoprirlo.

Tornato nella mia classe, ho preso il mio telefono e cercato il suo numero. Quando l’ho trovato, sono rimasto a fissarlo per un po’. Sinceramente non volevo farlo. E questa cosa non aveva nulla a che far con lui. Okay, è una bugia. Tutto aveva a che fare con lui. Di tutta la mia vita passata, lui è stata la parte più difficile dalla quale sono riuscito a distaccarmi.

Come ho già detto, quando si cresce senza veri e propri rapporti umani e qualcuno invece stabilisce una connessione con te, è difficile da mettere da parte. Avevo comunque trovato in qualche modo un modo per allontanarmi da lui. Era stata la cosa migliore per entrambi, ne ero sicuro. Ma, come mi sarei sentito ora a parlargli di nuovo? E dopo così tanto tempo, cosa penserebbe di me che lo sto contattando solo per un favore?

Se le circostanze non mi stessero richiedendo urgentemente di fare questa cosa, sicuramente non l’avrei mai fatta. Ma purtroppo era così. Era l’unica strada per far sì che Ivy non ne uscisse umiliata da questa storia. Non potevo farle questo. Cos’era un po’ di imbarazzo da parte mia paragonato alla situazione in cui si sarebbe trovata lei?

Fissando bene questo concetto nella mia mente, ho spostato il mio pollice ed ho premuto il tasto sul mio cellulare. La chiamata si è rapidamente connessa. Tenevo il telefono vicino l’orecchio, stava squillando. Il mio cuore batteva forte mentre mi chiedevo cosa sarebbe successo dopo. Dopo i primi due squilli ne arrivo un terzo, dopo il quarto e il quinto, la chiamata è stata trasferita alla sua segreteria telefonica. Non sapevo se forse fosse stato meglio semplicemente lasciargli un messaggio, ma comunque ora la situazione era quella e dovevo avrei dovuto affrontarla.

“Vandal, ciao sono Hart. Hart Harrington. Ne è passato di tempo. Ho sentito che sei un filantropo ora. Buon per te. Ho sempre immaginato che un giorno lo saresti diventato”, mentii. “Comunque, potresti richiamarmi? Non sono sicuro di come dirtelo, ma c’è un grandissimo favore che dovrei chiederti. Forse la troverai una stupidaggine visto che chissà dove sei a divertirti. Ma se mi potessi richiamare, lo apprezzerei molto.

Dobbiamo vederci qualche volta. È passato troppo tempo. Spero di sentirti presto. Molto presto. Okay. Ciao. Sono Hart, eh. Eravamo amici al liceo. Probabilmente te lo ricordi. Ok, ora attacco. Ciao, ma spero di parlarti presto. Prestissimo. Voglio dire, quando puoi. Okay forse meglio che attacchi. Okay, ciao” dissi in fretta riagganciando.    

Be’, ho fatto un casino. Come sembrare un idiota in meno di 500 parole. Cosa stavo pensando mentre gli dicevo che avevo bisogno di un favore al più presto? Erano passati sette anni dall’ultima volta che avevamo parlato. Sette anni! Ero deciso a non parlarci mai più.

La campanella della scuola suonò e la giornata andò avanti, poi mi resi conto che Vandal doveva aver ricevuto il mio messaggio ormai. Probabilmente aveva deciso di ignorarlo. Chi non avrebbe fatto la stessa cosa? Quanti messaggi mi aveva lasciato in segreteria a cui non avevo mai risposto? Non era la sua occasione per pareggiare?

Non ci speravo più che lo avrei sentito. Finii la mia giornata lavorativa e sono passai alla bottiglia di vino prima di andarmene a letto per non pensare a tutta quella situazione. Mentre ero sdraiato a letto, però, ripensando a come avevo fatto a cacciarmi in quel pasticcio, persi la speranza di dormire quella notte.

Era ancora buio quando la mia sveglia suonò. Aprendo i miei occhi mi sono guardato attorno cercando di realizzare cosa stesse succedendo. Mi resi subito conto che non era la sveglia ad avermi fatto svegliare ma la suoneria del mio cellulare. E, non era mattina, era ancora notte fonda.

Facendo del mio meglio per sgomberare la testa, ho raggiunto il mio telefono e controllato chi fosse. Ci è voluto un attimo perché realizzassi a chi fosse associato il nome che leggevo sullo schermo alla persona. Era Vandal. Mi stava richiamando alle 3 del mattino. Ero tentato di far scattare la segreteria quando la logica mi ha consigliato di rispondere a quella chiamata.

“Pronto?” dissi con voce assonnata.

“Hart Harrington! Come te la passi? Sono Vandal! Come stai?”

“Vandal. Sto… sto bene. Che ore sono nel posto in cui ti trovi ora?” Chiesi non ancora completamente sveglio.

“Credo quasi mezzogiorno. È tardi lì da te? Scusami tanto. Ho sentito il tuo messaggio in segretera e poi sono entrato in una zona senza campo per poterti richiamare. Mi ci è voluto un po’ per trovare un pizzico di segnale.”

“Oh, ok,” dissi immaginando che stesse pranzando in un bar su un tetto con la vista di Parigi.

“Come te la passi? Hai menzionato qualcosa su un favore?”

“Sì, vero.”

Fu allora che tutto mi tornò in mente ed ero di nuovo, completamente sveglio. Con il ricordo del motivo per il quale lo avevo chiamato, mi arrivò anche molto imbarazzo. Come avrei dovuto chiedere a un ragazzo con cui non parlavo da sette anni di fingere di essere mio marito?

 “Bene, forse tutto ciò ti sembrerà un po’ strano, e credimi, ti capirei.”

“Okay.”

“Ma, mi sono messo in una situazione…”

“Hai bisogno di soldi?”

“No, no. Niente di tutto questo.”

“Perché se hai bisogno di soldi…”

“Lo apprezzo, ma no, non mi servono. Ma quello di cui ho bisogno è… come faccio a dirlo? Ho bisogno di un marito.”

“Hai bisogno di un marito?” Chiese sembando molto confuso.

“Sì. Ma non uno vero. È successo qualcosa di pazzesco e qualcuno ha frainteso qualcosa che ho detto e stavo per essere licenziato. Ma poi qualcun altro è intervenuto pensando di difendermi, ma ha solo peggiorato la situazione. Ed ora, l’unico modo per uscirne è far finta che qualcuno finga di essere mio marito. Dovrà essere solo per un evento.”

“Hai detto un evento?”

“Sì. C’è un incontro genitori-insegnanti a cui dovrei partecipare martedì. Dopo quell’incontro, potrò dire loro che stiamo divorziando e tutto tornerà al proprio posto.”

“Okay. Ma a questo punto la domanda è: io che c’entro?” Chiese Vandal in modo esitante.

“Be’, potrei aver detto che mio marito sei tu.”

“Io? Perché io?”

“Ti stavo pensando in quel momento ed il tuo nome mi è venuto fuori senza neanche pensarci troppo.”

“Mi stavi pensando?”

“Sì. Perché? Non avrei dovuto farlo?”

“No. È solo che non parliamo da molto tempo. Mi sorprende che tu stessi pensando a me. Immaginavo che ti fossi dimenticato persino di chi fossi io.”

“Ti riferisci al fatto che non ti abbia mai richiamato dopo che tu mi hai lasciato dei messaggi in segreteria?”

“Sì a quello e tutto il resto.”

“Hai ragione, scusami. Onestamente non sapevo cosa dire.”

“Sono sicuro che potresti dire qualcosa,” disse Vandal in maniera molto decisa.

“Hai ragione. Ti devo una spiegazione.”

“Penso che sarebbe perlomeno giusto.”

“Okay. Eccoci qua. Ho perso il contatto con te e non ti ho chiamato perché… um… Stavo cominciando ad avere sentimenti per te.”

“Scusa? Non ho capito.”

“Sì. Non so se te lo ricordi perché all’epoca eri sempre strafatto, ma tra di noi succedevano molte cose.”

“Molte cose?”

“Sì, cose che si fanno da nudi.”

“Ah. Sì, mi ricordo.”

“Davvero?”

“Sì. Certo.”

“Okay. E so che il sesso non ha un gran significato per te, ma per me sì. Lo ha tutt’ora. Così, con tutto ciò che è successo nella mia vita all’epoca, ho pensato che sarebbe stato più facile per entrambi se fossi scomparso.”

“Hai pensato che fosse meglio scomparire?”

“Sì. Voglio dire, ho pensato che fosse la strada più semplice, no? In quella maniera non avremmo dovuto affrontare conversazioni imbarazzanti. Nessuno avrebbe dovuto affrontare più nulla. Avremmo solo dovuto ricominciare da capo, senza fare domande, e avremmo dovuto solo guardare al futuro, non più al passato.”